Finalmente luomo è più importante della macchina. Lanno zero della Formula uno inizia con la solita polemica e una constatazione inedita: dora in poi i piloti conteranno di più. Basta che sappiano chinare la testa non per dire sìgnorsìsignore o subire passivamente un sorpasso, bensì per lasciare che dellaria in più sfili lungo il loro casco... et voilà... avranno quei 5-6 chilometri allora in più. Questa, almeno, la prima versione. Perché la seconda parla invece di un piccolo movimento del ginocchio e la terza di un gomito che non fa gesti dellombrello ma è come li facesse visto che in questo modo la monoposto in questione va più veloce delle altre.
Fatto sta, fra teste, ginocchia e gomiti che si muovono, in McLaren - la monoposto in questione - si gongola perché lidea pare vincente e perché nonostante i sospetti della vigilia, i tecnici Fia hanno detto che «tranquilli, è tutto ok, è tutto legale». Apriti cielo. Da giovedì è un fiorir di veleni e polemiche proprio perché, come un anno fa sul diffusore furbetto della BrawnGp, la Federazione ha dato un parere inaspettato. Solo che allepoca cerano dubbi interpretativi da discutere, stavolta le altre squadre non potranno far altro che adeguarsi in fretta e furia e inchinarsi in segno di rispetto per la genialità della trovata che sembra non violare alcunché (le ali infatti non possono essere mobili, ma nulla si muove se non il pilota). È infatti successo che a Woking qualcuno - si narra addirittura per puro caso - ha scoperto che costruendo in un certo modo lala posteriore, quando il pilota in rettilineo - ma solo lì - inclina la testa, si crea uno stallo: cioè unimprovvisa assenza di carico tale da garantire almeno 5 chilometri allora in più. In pratica unextra potenza (concetto più o meno simile nel caso delle altre due versioni dellinvenzione: movimento di ginocchio o gomito dentro labitacolo, ma in questo caso lillegalità sarebbe più facilmente dimostrabile in quanto si agirebbe su qualche dispositivo, ndr). Da qui, comunque, lintima soddisfazione degli esseri umani preposti a guidare questi bolidi che dora in poi non si misureranno più solo sul talento e il coraggio ma anche sullinnata capacità di muovere testa o ginocchia o gomiti. Come se i ragazzi non avessero già parecchi grattacapi da affrontare visto che per via del peso delle vetture cariche di benzina dopo labolizione dei rifornimenti, per colpa del passo più lungo dei telai e della riduzione del battistrada delle gomme anteriori, nelle settimane scorse sono stati costretti a imparare di nuovo a frenare. Non a caso i tecnici della Brembo, questinverno, hanno fatto gli straordinari per limitare al massimo i nuovi problemi dei piloti.
Visto linnegabile fascino dello stratagemma McLaren, il primo giorno a motori accessi in quel del Bahrein è passato un filo in secondo piano. Ma la Ferrari cè, e studia la gara più che la prestazione. Alonso non approfondisce e si limita a dire che «la macchina va bene, però è difficile fare previsioni», svelando che «senza Todt sarei arrivato prima in Rosso...» (per lui 2° tempo al mattino, solo 9° nel pomeriggio). Questo mentre Massa, al rientro in gara dopo lincidente di Budapest, ammette di aver incontrato «qualche difficoltà per la pista sporca...» e aggiunge «anche se ho un po di febbre mi sento al 100%». Schumi ha invece scoperto «di essere un po arrugginito». Tutte parole in libertà che non distolgono lattenzione dagli animi agitati dei team ormai consapevoli di dover correre ai ripari chinando la testa o muovendo ginocchia e gomiti per lavorare sui banchi di progettazione e computer pur di copiare la McLaren. A esternare tutta la propria rabbia soprattutto la Renault che per bocca del direttore generale Bob Bell tuona: «Mi pare ovvio che il disegno dellala McLaren sia completamente irregolare... in casi simili la Fia dovrebbe dimostrarsi molto più decisa, invece, adesso, questa storia costerà a tutti un sacco di soldi». Sottinteso, per adeguarsi. Ross Brawn, campione del mondo lo scorso anno proprio grazie ai diffusori furbetti che diedero le ali al suo team, è infatti già al lavoro: «Dovremo realizzare la nostra versione dellala in questione... anche se continuo a ritenere che sia unappendice mobile (per cui vietata, ndr)». Ma Ross è lunico che non dovrebbe parlare visto che nel 2009, proprio su un vistoso dubbio interpretativo, ha fondato il successo suo, del team e del poi campione del mondo Jenson Button.
Fatto sta, mentre la Ferrari, per il momento, sulla ferale questione, resta alla finestra e pensa più a non lasciare nulla al caso nella preparazione di qualifiche e Gp, le sessioni di libere hanno fatto capire una cosina: i motori Mercedes volano.
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