Un testaccino e un Principe Obbiettivo: sbancare Roma

Un testaccino e un Principe Obbiettivo: sbancare Roma

RomaIl ritorno di Ranieri nella "sua" Roma (e alla sua 600ª panchina italiana) non poteva essere banale: la Capitale imbiancata come non avveniva da 5 lustri, il Colosseo innevato e i Fori Imperiali ghiacciati. Tanto che appena sceso dall'aereo che ha condotto la truppa nerazzurra a Fiumicino, sir Claudio avrà certamente strabuzzato gli occhi nel vedere un paesaggio quasi irreale. Ma non si tratta di una gita turistica, ma della prima sfida ai giallorossi da avversario. Un amarcord che non ha fatto cadere Ranieri, almeno all'apparenza, nel vortice delle emozioni. Pur omaggiando i tifosi della Roma sottolineando che «la Curva Sud è l'istantanea che rappresenta la mia esperienza nella Capitale». Poco meno di un anno fa, il 20 febbraio 2011, gettò la spugna a Marassi dopo che la squadra giallorossa si era fatta rimontare e superare nonostante un vantaggio di tre gol. Dimissioni d'amore, si disse all'epoca. «Ma ora basta guardare al passato», ha ammonito Ranieri. Però intanto c'è il giallo del sito del «Sydney Morning Herald» che ha rilanciato presunte e probabilmente non vere dichiarazioni al veleno di "Tinkerman": «Il secondo anno a Roma? Troppe pressioni e musi lunghi, fu un errore restare. Molti giocatori si lamentavano con la stampa e in tv, un comportamento che doveva essere punito dal club. Ogni giorno si diceva ’forse accadrà questo, forse questo ragazzo firmerà domani’, inoltre la notizia dell'americano atterrato nella Capitale diffuse un caos totale». Ranieri non ha sicuramente rilasciato interviste a questo portale australiano, per di più sui giallorossi, ma non c'è dubbio che la situazione ambientale che portò alle sue dimissioni era davvero difficile.
Il presente dice invece che Roma-Inter si giocherà. E dovrebbe esserci anche Daniele De Rossi. Sono lontani i tempi di quando lui e Totti furono sostituiti da Ranieri in un derby con la Lazio poi vinto grazie anche a questi cambi. Oggi fanno più notizia i guai fisici del centrocampista (sospetta pubalgia) e la firma del rinnovo del contratto - c'è l'accordo sui 6 milioni all'anno più premi per cinque stagioni, ma non sulla clausola rescissoria che dovrebbe essere più vicina agli 8 milioni richiesti dal procuratore Berti che non ai 12 rilanciati dal dg giallorosso Baldini - non ancora siglata. Anche la stampa inglese sembra essersi arresa al fatto che Capitan Futuro rinnoverà con la Roma e a meno di voltafaccia improvvisi, il lieto fine si potrà scrivere. Oggi intanto giocherà e poi tornerà a riposarsi.
Chi non ha bisogno di riposo è il Principe Milito. Era a corto di obiettivi, di energia e forse anche di credibilità, ma la cura Ranieri lo ha rigenerato. I quattro gol, rivelatisi inutili per il successo sul Palermo, sono stati una bella vitamina. «Il mio merito è avergli dato fiducia, il resto l'ha fatto tutto Diego», così il tecnico testaccino. E l'attaccante, diventato di recente cittadino onorario di un paesino della Calabria, con un gol all'Olimpico proprio alla Roma di Ranieri regalò la Coppa Italia ai nerazzurri il 5 maggio 2010. E due mesi prima in campionato segnò e colpì un palo al 93', mandando l'Inter a un nulla dal pareggio.
Pochi anni fa, Roma-Inter era una sfida per il titolo. Oggi ci sono due squadre a caccia di una nuova identità: ancora indecifrabile e con alti e bassi quella di Luis Enrique, sicuramente con un gioco non bellissimo ma produttivo quella di Ranieri.

Entrambe arrivano da due partite non positive (cinque gol incassati e un solo punto all'attivo). «Se giocheremo senza paura, possiamo anche battere i nerazzurri», ha promesso il tecnico asturiano. Basterà contro la voglia di rivincita di Ranieri?

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