Politica

"Il teste era imboccato da quello di Montenero. Che razza di amico... "

La conversazione con il finanziere registrata da Giorgetta. "Dietro questa storia c’è un sistema che nemmeno ti immagini"

Ecco uno stralcio di una delle numerose registrazioni effettuate dall’imprenditore Alessandro Giorgetta con il finanziere che ha seguito le sue indagini. Giorgetta è reduce dall’udienza del suo processo nella quale un teste dell’accusa ha rivelato come al momento dell’interrogatorio presso la finanza, nella fase delle indagini preliminari, gli venne sottoposto un verbale con già sopra i nomi dello stesso Giorgetta e del ministro Mastella, che non conosceva.
GMC

Giorgetta riferisce tutto al finanziere perché lo stesso, mesi prima, gli aveva anticipato - così sostiene l’imprenditore - di un piano per incastrare Mastella. Vuole una conferma, e la ottiene.
Giorgetta: «Mi si è rotto il computer, mi servono i verbali degli interrogatori dei testi che hai fatto tu perché non so neanche che hanno detto… perché altrimenti devo sfogliare tutte le pagine, ed è una parola… Se ti riesce entro qualche giorno».
Finanziere: «Dammi il tempo materiale perché quando una cosa te la posso fare… ».
G: «Anche tu ce l’hai per nome».
F: «Devo andare a Campobasso, ci dobbiamo vedere un’altra volta».
G: «Sì, il 23 giugno».
F: «Inizio io alla prima udienza?».
G: «No, non penso. Alla prima udienza si dovranno costituire le parti».
F: «Allora alla seconda udienza».
G: «Ti devo dire che avevi ragione di quello che mi dicevi. Io me la sono presa con te, a dire la verità».
F. «Come?».
G: «Me l’ero presa con te voglio dire».
F: «Perché?».
G: «Per l’indagine».
F: «Spiegami, che ho la testa talmente piena che mi sto occupando di cose veramente grosse, per cui dimmi le cose in maniera semplice».
G: «È uscito bello fuori quello che tu dicevi».
F. «E che dicevo?».
G: «Che c’era quella denuncia di qualcuno che… ».
F: «Ma fatti capire bene».
G: «Di Montenero, Di Pietro e di Mastella, è uscito fuori».
F: «Come è uscito fuori?».
G: «Un teste dice che Mastella… ».
F: «Chi sarebbe questo che hai detto… ».
G: «Non mi ricordo se Nardella… ».
F: «E che ha detto?».
G: «Mastella, dice che non c’entrava Mastella e che è stato imboccato. Ho pensato: “Avevi ragione tu”».
F: «Me le fai leggere le dichiarazioni?».
M: «Non ce l’ho ancora».
F. «Quando ce l’hai, con la scusa di un caffè».
G: «Aveva ragione lui (pensai, riferito al finanziere) che non dipendeva da lui e che non era iniziativa sua».
F. «Ma perché io ti avevo detto che era iniziativa mia?».
G: «E però tirare fuori pure gli altri, è un film che si erano fatto».
F: «Figurati, un’informazione del genere messa in mano alla procura, a Magrone (procuratore capo della procura di Larino, ndr). Ieri l’ho visto. Sei andato in procura per parlare con, a tentare di parlare con… ».
G: «Mi ha detto di no!».
F: «Me l’ha detto, me l’ha detto… ».
G: «Mo vediamo, trova quella lettera (il documento con le indicazioni su Mastella, ndr)».
F: «Mannaggia la miseria, come faccio? Quando ci volevo provare tu mi avevi quasi convinto, allora tenevo la lettera in mano. Ma proprio adesso abbiamo fatto altri schedari… spostati. Non so proprio dove mettere le mani».
G: «Ma esiste davvero, l’hai vista tu?».
F: «L’ho tenuta in mano, come ti dicevo».
G: «Ti dico sinceramente. Pensavo fosse un’iniziativa tua, (pensavo, ndr) che gli ho fatto per rovinarmi così?».
F. «Iniziativa mia? Cazzate mie?».
G. «No, non cazzate tue… ».
F: «Io non sparo cazzate, non te le dico».
G: «Non cazzate tue, ma tutta la tua iniziativa, le indagini a coinvolgere… sai… (…). Vedi. Quando ti capita, no tu fai il finanziere, quando senti una cosa... hai riflettuto, ma io che sono indagato è diverso. Tu con chi te la pigli? Con chi scrive, là per subito, no?».
F. «D’istinto sì ma c’è un sistema dietro di cui non ti rendi conto».
G: «Ma quale interesse c’è a coinvolgere altra gente nell’inchiesta mia?».
F: «Ma quale altra gente?».
G: «La politica nell’indagine mia… ».
F: «A guarda che io in tempi non sospetti te lo avevo detto. Te lo avevo detto. “Guarda Giorgetta, quando tutti sembrano che si stanno per accanire su di te… ”. Te lo avevo detto che “non vogliono arrivare a te”, in tempi non sospetti».
G: «Bell’amico di cazzo Di Pietro».
F: «Lo sai tu che rapporto hai avuto, ci sono stati e come sono finiti. Oltre a Nardella, quali altri testi sono stati sentiti” (…)».
G. «Dove te ne vai?».
F. «A Campobasso».
G: «Ce l’hai il numero mio?».
F. «Sì, me lo sono scritto. Il tempo di tirarli fuori (i verbali, ndr) e stamparli».
G. «Trovami quella lettera (su Mastella, ndr)».
F: «Non mi ci metto a trovarla. Se mi capita, non te la do, te la faccio vedere, già è tanto».
G: «Insomma, Di Pietro… ».
F: «Tu non lo puoi spendere… perché se ce l’ho solo io, se l’ha la procura, se non te lo dà la procura».
G: «Insomma, Di Pietro che dice? Che chi sta dietro a me? Mastella, Di Giandomenico, questa gente qua, costruttori… ».
F. «Ora i nomi non me li ricordo».
G. «Mastella, mi avevi detto».
F. «Mastella me lo ricordo».
G: «Di Giandomenico (ex deputato dell’Udc ed ex sindaco di Termoli, ndr)?».
F. «No, Di Giandomenico non me lo ricordo».
G: «Che film! (…). Di Santo Pasqualino non so nemmeno chi sia».
F. «Non me lo ricordo. Pierluigi me lo ricordo, che fa questo, mo?».
G. «Qualche anno fa, l’ho visto qualche anno fa, lavorava con la Colim».
F: «Ma questo non è un uomo messo da Mastella?».
G: «No, ma va».
F: «No, mi viene da dire perché la zona è quella».


G: «Solo perché è nato là…».

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