Tettamanzi: «Vanno riunite le famiglie dei migranti»

L’arcivescovo ha ammonito gli stranieri «a meritarsi la fiducia di chi li accoglie», paragonandoli a Giuseppe e Maria in fuga

Uso della ragione, meditazione sulle Sacre Scritture e incontro reale con la persona di Cristo. Questi i tre punti fondamentali toccati dall’omelia dell’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, ieri mattina al solenne pontificale in un Duomo fumante d’incenso. Il cardinale riprende la linea che Papa Benedetto XVI ha tracciato con il tanto contestato discorso all’università di Ratisbona: «l’esigenza forte della ragione di trovare risposta alle domande più profonde che emergono sulla propria vita, è il segno di un desiderio che deve far alzare lo sguardo al cielo. La ragione diventa la prima strada che l’uomo può e deve percorrere nella sua ricerca di Dio». Poi amore alla Scrittura e cammino personale e fiducioso, così come fu quello dei Magi. Sottolineatura finale: «Dio è il primo che rincorre l’uomo senza posa, perché con amore immenso e insieme nel rispetto della sua libertà lo vuole portare a salvezza piena». Duomo stracolmo di fedeli ad ascoltare queste parole di speranza incastonate in un lungo pontificale, interamente cantato.
Santa Messa per la «Festa dei popoli» nel pomeriggio e nuovo messaggio di Tettamanzi: l’auspicio che le istituzioni favoriscano i ricongiungimenti familiari dei migranti e un ammonimento affinché questi sappiano meritarsi la fiducia di chi li accoglie. Ancora un richiamo alle parole del Santo Padre: «Nel dramma della famiglia di Nazaret costretta a fuggire in Egitto per sfuggire a Erode - aveva detto il Papa - intravediamo le difficoltà di ogni famiglia migrante». Perché «Milano ce la può fare» ha motivato fiducioso l’Arcivescovo che ha riconosciuto alcune condizioni: «far crescere un dialogo ragionato, sviluppare un'azione concertata tra istituzioni e volontariato, giungere ad una politica di vero e proprio servizio che, superando gli interventi di emergenza, sviluppi un'opera sapiente di integrazione».
Nessun’altra occasione avrebbe potuto essere più puntuale dell’Epifania che rappresenta «la festa di tutti i popoli che accorrono al Salvatore del mondo».

E nemmeno la situazione odierna di Milano è dimenticata: «Anche le altre sfide, in particolare quelle che potranno provenire dall'allargamento dell'Unione Europea ed altre che si collegano all'insediamento dei Rom e dei nomadi devono vedere una città capace di risposte concrete, di risposte date nel segno molteplice e armonico della legalità, della sicurezza, dell'accoglienza».

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