La thai boxe ha il suo nuovo campione, combatte dall'ottobre del 2008 e finora non ha mai perso: su sette incontri disputati, ha pareggiato i primi due e poi ha vinto gli altri cinque. Ma Sujet Salee è diverso dagli altri non solo per la bravura, ma per una caratteristica che lo rende unico: è cieco, e come tale sale sul ring. Per permettere un combattimento ad armi pari i suoi avversari vengono bendati, il risultato non cambia, anzi: vince lui.
Anche se non sta diventando ricco (finora per ogni match vinto ha riscosso l'equivalente di 40 euro), la sua storia sta circolando in tutta l'Asia, e non solo in Thailandia, al punto che ne ha scritto il «Jordan Times» che vorrebbe portare ad Amman questo campione decisamente particolare. Il «thai boxer» non vedente si allena sei giorni a settimana, per un numero imprecisato di ore che non sono mai meno di tre a seduta, e lo fa assieme a pugili vedenti, in tutto 14, in una palestra della provincia di Cherdchai, 457 km a nord-est di Bangkok.
Sujet è l'unico che non può vedere i suoi avversari, ma ormai ci è abituato perche «la mia carriera agonistica è fatta di sacrifici e lotte con me stesso, e con il pavimento sotto i miei piedi».
A spingere questo ragazzo di 29 anni non è la sete di gloria, ma la voglia di emulare il padre, ex campione di pugilato morto cinque anni fa. «Quando ero giovane mio padre era un pugile - spiega Sujet - ma nessuno dei miei fratelli ha preso in considerazione di seguire le sue orme, e di salire sul ring per mestiere. Solo io volevo essere un pugile come lui, ma sono cieco e non credevo di potercela fare. Invece eccomi qui, anche se la mia specialità è la boxe thailandese (in cui si usano anche i piedi ndr)».
Di solito in Thailandia i ciechi per vivere fanno mestieri come quello di massaggiatore, artigiano o venditore di biglietti della lotteria. Sujet aveva cominciato anche lui un corso di massaggio, poi però ha capito che la sensibilità delle sue mani andava indirizzata su qualcosa di diverso: «il corpo degli avversari». «Ho cercato di fare del mio meglio - spiega - in base a ciò che il mio corpo mi permetteva di fare, e ho capito qual era la carriera migliore per me».
Durante i suoi allenamenti Sujet ha bisogno di assistenza particolare da parte dei suoi tecnici solo per ciò che riguarda la postura, che sul ring per un non vedente non può essere la stessa di un 'fighter' che ci vede, anche se bendato.
Così quando Sujet si batte contro gli avversari i suoi sensi sono più sviluppati di quelli di chi ha di fronte, quasi sempre steso dall'arma segreta del campione cieco: un colpo di gomito secco che non lascia scampo, e fa finire al tappeto. «Non appena sale sul ring e tocca il suo rivale Sujet si scatena - spiega il suo coach Sironowat Somboon -: attacca all'istante, perchè i suoi sensi sono molto sviluppati e sa già dove colpire per far male».
In Thailandia la boxe locale è sempre stata un'occasione di riscatto e fama per tanta gente provenienti dalle zone più povere del paese. Ma per il proprietario della palestra dove Suket Salee si allena, Cherdchai Sangketkj, anche lui cieco, è qualcosa di più: «è un modo per dare un'alternativa spiega - alla gente che è nelle nostre stesse condizioni».
Non la pensa così federazione sport disabili della Thailandia, che considera la pratica del pugilato, e quindi anche della boxe thailandese, da parte dei non vedenti una violazione dei diritti dei portatori di handicap.
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