Thailandia sotto assedio, paura per i turisti

Il governo thailandese ha proclamato lo stato d’emergenza a Bangkok e in altre cinque province. La decisione è stata annunciata dal primo ministro Abhisit Vejjajiva, dopo che le camicie rosse, i militanti fedeli al deposto premier Thaskin Shinawatra, hanno fatto irruzione in Parlamento costringendo i ministri a fuggire in elicottero. Si tratta della giornata più drammatica dall’inizio delle proteste, il 12 marzo.
Con lo stato d’emergenza sono proibite le adunate di più di 5 persone e si conferiscono all’esercito ampi poteri per disperdere gli assembramenti, anche se Abhisit ha ribadito che il governo non userà la forza. Il Parlamento era stato costretto a sospendere un dibattito quando si era avuta notizia che 5mila camicie rosse avevano circondato l'edificio. Un’ora e mezza dopo un gruppo di manifestanti è riuscito a sfondare il cordone di sicurezza e a penetrare nel cortile del Parlamento, sfruttando il fatto che i soldati di guardia hanno avuto ordine di evitare lo scontro.
L’irruzione in Parlamento sarebbe stata decisa da Arisman Pongruangrong, un ex cantante che guida l’ala dura delle camicie rosse e che ha risposto allo stato d’emergenza affermando che «ora sarà guerra, niente più negoziati». Gli altri leader della protesta avevano preso le distanze dall’assalto al Parlamento. Abhisit, che aveva già esteso fino al 20 aprile la Legge di sicurezza interna che conferisce poteri speciali ai militari, ha annullato la visita negli Usa in programma da sabato prossimo per un incontro con Barack Obama e la partecipazione al vertice sulla sicurezza nucleare. Paura e angoscia anche per i turisti rimasti. La presenza di stranieri nella zona delle manifestazioni è in calo rispetto ai primi giorni della protesta antigovernativa, quando i dimostranti occupavano solo la parte storica della capitale. Più colpito è il turismo degli hotel a cinque stelle, che conta su diverse strutture nella zona dove ora si concentrano le manifestazioni.

In particolare i turisti asiatici, attenti alla questione della sicurezza, hanno cancellato le loro prenotazioni.
Il Grand Hyatt Erawan ad esempio, che si affaccia proprio sulla piazza occupata dai «rossi», è chiuso. Negli altri , già da diversi giorni, si contano ormai più uscieri che turisti.

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