«Ti porto a casa?». Poi il romeno la stupra

Lui romeno, lei italiana 35enne. Si sono incontrati casualmente in un bar alla periferia di Verona. Ma quella conoscenza occasionale per la donna si è trasformata in un inferno. Perché fra cocktail, chiacchiere e sorrisi la serata è corsa via veloce, ma è finita nell’incubo delle botte e dello stupro.
La donna piange e trema nel riavvolgere i fotogrammi di una notte di terrore di fronte ai detective della squadra mobile. Ancora sotto choc, è ricoverata all’ospedale con il viso gonfio e le ecchimosi degli schiaffi e dei pugni sul corpo. Sul versante delle indagini, invece, il riserbo è massimo, anche se gli investigatori si stanno sforzando di riannodare i fili di un racconto segmentato e con parecchi interrogativi ancora senza una risposta.
Per questo oggi la donna sarà riascoltata. Ma, intanto, la polizia ha già raccolto le deposizioni delle tante persone che quella sera - il 3 luglio ma la notizia dell’episodio è stata resa nota ieri - si trovavano all’interno del bar, dove la donna si sarebbe intrattenuta a conversare con un cliente straniero, che numerosi testimoni hanno descritto come romeno. Poi la coppia si è spostata in un altro locale.
Una volta lì, i due hanno incontrato due amici dell’uomo, anch’essi pare romeni. Alla chiusura del bar, il quartetto si sarebbe diviso: i due uomini incontrati nel secondo locale si sarebbero allontanati, mentre il primo si è fermato per accompagnarla a casa. Il passaggio lo avrebbe chiesto lei, considerato che era molto tardi.
Mentre raggiungevano a piedi l’auto, però, l’immigrato le avrebbe rivolto le sue attenzioni. Lei le ha respinte. Ed è cominciato il peggio. Alla polizia la donna ha detto di essere stata trascinata in un cortile e vicino a un box di essere stata picchiata e stuprata. L’uomo le avrebbe anche portato via la borsetta, ma non il telefono con il quale la 35enne ha lanciato l’allarme.
I risultati del test del Dna hanno invece incastrato un operaio 40enne di Olbia. I carabinieri lo hanno arrestato per violenza sessuale su una quattordicenne. Sui vestiti della ragazzina l’uomo aveva lasciato tracce biologiche. L’esito positivo della comparazione con profilo genetico dell’indagato è stato cruciale: il giudice ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo.
Ieri è arrivata una nuova svolta nell’inchiesta sul serial maniaco che sta seminando la paura a Roma. I risultati dei test confermano che il Dna nei tre casi di stupro avvenuti da aprile a luglio nella Capitale coincidono.

È quindi lo stesso uomo quello che ha violentato ad aprile una donna a Tor Carbone, a giugno una giornalista alla Bufalotta e nella notte tra il 2 e il 3 luglio una studentessa 21enne ancora a nel quartiere di Tor Carbone.

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