Da Tiago a Martinez la Juve vuole liberarsi del costoso passato

Ci risiamo. La Juventus che cerca di migliorarsi per tornare dove dovrebbe stare è ancora alle prese con le scorie del passato. E anche quest’anno non sarà facile liberarsene. Così, mentre va a caccia di Sanchez, Aguero, Diarra e chissà chi altro ancora, Marotta non può non pensare che a una quindicina di giorni dall’inizio del ritiro ha ancora per le mani Tiago Cardoso Mendes. Proprio lui, l’ineffabile portoghese pagato 14 milioni al Lione nell’estate 2007 ormai da un anno e mezzo in prestito all’Atletico Madrid: contratto in scadenza a giugno 2012, Tiago avrebbe anche la pretesa di rescindere il contratto (con adeguata buonuscita) per poi strappare le migliori condizioni possibili allo stesso Atletico o a chissà chi altri. Un mito, davvero: capriccioso e viziato come un bambino di tre anni senza il giocattolo preferito. Al confronto Almiron, che pure la Juve si ritrova in gobba, è un santo: non ha mai rotto le scatole e anzi, quando ha segnato proprio contro la Juve vestendo la maglia del Bari, ha chiesto scusa a mani giunte a Ferrara, all’epoca tecnico bianconero. Per la cronaca, Almiron dovrebbe finire al Parma e comunque non sarà lui il problema principale da risolvere.
A ben vedere, la Juve che tra qualche settimana non ci sarà più potrebbe decidere di unire le forze e di iscriversi a qualche campionato per conto proprio. Storari in porta (con Manninger degno numero dodici), linea a quattro difensiva con Motta, Sorensen, Grygera e Grosso, centrocampo con Salihamidzic (arrivato a fine contratto: almeno lui non costerà nulla), Melo, Sissoko e Martinez, attacco con Amauri e Iaquinta. Restano fuori anche da questi undici i già citati Tiago e Almiron, l’Aquilani tornato al Liverpool per fine prestito, magari Toni, che però potrebbe restare alla corte di Conte come quinto attaccante, mentre per Palladino, Lanzafame ed Ekdal saranno discusse in settimana le comproprietà. Va da sé che i casi più spinosi da risolvere siano quelli di Melo, Sissoko e Martinez: pagati parecchio (rispettivamente 25, 14 e 12 milioni), hanno anche stipendi pesanti e certo il loro rendimento recente non invoglia i compratori. Marotta e Paratici saranno quindi chiamati a dare il meglio di sé per mettersi definitivamente alle spalle una serie di errori sesquipedali commessi soprattutto (ma non solo) dal precedente management. Anche perché in inverno è stato lo stesso presidente Andrea Agnelli a spiegare che «abbiamo un monte stipendi che è il sesto in Europa, ma non mi risulta che tutti gli anni si sia arrivati nei quarti di finale di Champions League».
Avanti con il restyling, allora.

Sperando di mettere in piedi qualche scambio utile alla causa: Melo a Madrid per arrivare a Lassana Diarra (con ovvio conguaglio per i Blancos) sarebbe un colpo mica male, Sissoko in Francia idem mentre Grygera - arrivato a parametro zero - potrebbe addirittura fruttare una minima plusvalenza buona per alleviare i dolori di un bilancio che il Consiglio di amministrazione di giovedì troverà in rosso di circa 60 milioni. Sarà quella l’occasione per dare il via a un aumento di capitale superiore ai 100 milioni: un passo indispensabile per coprire i buchi e per dare a Marotta gli strumenti necessari per agire sul mercato.

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