Cronaca locale

Ticket antismog, referendum tra i milanesi

Ma Berlusconi frena: «No alla chiusura»

Gianandrea Zagato

Un referendum per Milano «no smog area». Opzione che Forza Italia lancia dall’aula consiliare di Palazzo Isimbardi, con l’appoggio di Alleanza nazionale. Soluzione per offrire al sindaco Letizia Moratti la reale volontà dei milanesi mentre Silvio Berlusconi frena sul pedaggio antismog: «Non dobbiamo dare l’idea di voler penalizzare i pendolari. E, comunque, Milano è e deve restare una città aperta ovvero non possiamo avviare un provvedimento che possa far pensare ad una chiusura».
Valutazione del leader azzurro che ha cuore «il bene della città» e ha fiducia nel primo cittadino, «è una grintosa e porterà a casa i risultati che si prefigge». Certezza, quest’ultima, riconfermata dagli eletti alla Provincia di Milano: «Un sindaco d’alto livello che si rispetta e si fa rispettare anche con l’applicazione del ticket di cui si ritrova memoria nel suo programma elettorale» chiosa Max Bruschi. E secondo il vicecapogruppo di Fi sarebbe «comunque necessario consultare i milanesi che da noi s’attendono fatti e non parole».
Parere che «va esteso a tutta l’area metropolitana e non solo a Milano» sostiene il capogruppo di An Giovanni De Nicola perché «si eviterebbe ogni possibile ripercussione negativa sul provvedimento antismog» oltreché «il replay di quanto accaduto con la tangenziale est esterna, dove i sindaci di centrosinistra hanno tentato di impedirne la realizzazione che è fondamentale per alleggerire il peso del traffico su Milano». Osservazioni che il vicepresidente del consiglio provinciale Roberto Albetti (Fi) completa: «Bisogna chiarire che non è una tassa antipendolari, non è un ticket d’ingresso ma antiauto inquinanti. E su questo le tre istituzioni interessate (Comune di Milano, Provincia di Milano e Regione Lombardia) devono operare insieme».
Nota che Bruno Dapei, capogruppo provinciale di Forza Italia, traduce nero su bianco in una lettera indirizzata ai capogruppo azzurri di Comune e Regione: «La scelta del ticket dev’essere condivisa. Dobbiamo insieme discuterne prima di adottare questo provvedimento, in un incontro congiunto. Appuntamento che potrebbe pure sfociare nell’indizione di un consiglio provinciale aperto e in una convocazione congiunta dei consigli delle tre istituzioni per coinvolgere tutti ma proprio tutti in una scelta destinata a migliorare il futuro di Milano».
E Filippo Penati risponde positivamente: «Lasciare tutto così non è fare il bene dei milanesi. Fermarsi di fronte alla difficoltà di conciliare i diritti dei pendolari e quelli di tutti all’aria pulita è solo motivo per riproporre contrapposizioni tra centrodestra e centrosinistra e non fare nulla». Immobilismo che per il presidente della Provincia appartiene «alla logica conservatori e innovatori, chi lascia le cose come stanno e chi, invece, assume un impegno serio contro l’inquinamento».

Anche con un referendum per tre milioni di milanesi in attesa dei fatti.

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