Tifosi al gioco: la scaramanzia non sempre è vincente

Il finale della stagione calcistica non si caratterizza solo per le partite dal risultato scontato, ma anche per l’aumento esponenziale delle scommesse da assicurazione emotiva. Migliaia di milanisti e juventini che puntano sull’Inter in Champions League per essere contenti in ogni caso, insieme a interisti che giocano sul Bayern. L’incidenza di questi comportamenti dipende dal rapporto fra tifosi «pro» e «contro» di una squadra: più si avvicina a uno, minore è l’effetto sulla quota. Studi dei principali bookmaker in realtà indicano che la scommessa tifosa è dal punto di vista quantitativo più importante di quella scaramantica: è il motivo, venendo al concreto, per cui le quote dei grandi club sono sempre sbagliate al ribasso. Un esempio nella corrente stagione è la Juventus, con cui ci si sarebbe arricchiti giocandole sempre contro. Tornando all’assicurazione emotiva, un bel test si è avuto domenica all’Olimpico con la Roma data a 1,15 contro il Cagliari. Partita dal finale già scritto, al di là di qualche brivido. La raccolta nei punti Intralot dello stadio ha evidenziato che tre scommettitori su quattro avevano puntato sulla Roma.

Fatto 100 il totale delle giocate, significa che il profitto totale di chi ha scommesso su Totti e compagni è stato di 11,25, a fronte della perdita di 25 di chi ha scommesso sugli altri possibili risultati. Questo dimostra che a livello aggregato il gioco sulle favoritissime è perdente, ma che sul singolo evento quando il risultato è sicuro il profitto è…sicuro.

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