Tinti dialoga sul palco con Abel Ferrara. E la poesia si trasforma in performance

Il reading oggi alle 18.30 in via Bovisasca, gli artisti leggeranno e interpreteranno i versi dell'opera "Ruins"

Tinti dialoga sul palco con Abel Ferrara. E la poesia si trasforma in performance
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Dietro le lenti degli occhiali, sono profondi gli occhi di Gabriele Tinti. Classe '79, esistenza apparentemente periferica è nato a Jesi, vive a Senigallia, lavora anche nel sociale è uno dei poeti più interessanti della sua generazione. Ha scelto di nuovo Milano come palcoscenico per proporre la sua poesia ecfrastica che, spiegato semplice, è quella forma elegante di periodare in versi che descrive un'opera d'arte. C'è dell'altro: Tinti non si accontenta solo di scrivere "poemi d'arte", ma realizza performance in spazi speciali e con persone speciali. Un piccolo elenco: Willem Dafoe, Kevin Spacey, Malcom McDowell e Abel Ferrara. Proprio con quest'ultimo, celeberrimo attore e regista americano, Tinti sarà oggi a alla Fondazione Sozzani, per qualcosa che è molto più di un reading: alle 1830, in via Bovisasca, Gabriele Tinti e Abel Ferrara interpreteranno versi di Ruins, volume scritto dal poeta italiano ed edito in inglese da Eris Press. Dopo essersi esibito al Met di New York, al LACMA di Los Angeles, ai Musei Capitolini di Roma, nel sito archeologico di Pompei, Gabriele Tinti sceglie l'ambiente essenziale della Fondazione Sozzani per una lettura poetica in cui la sua voce e quella di Abel Ferrara dialogano evocando le opere antiche citate nei testi. "Il passato è un grande cimitero vivente che si deve avere il coraggio di attraversare per fare qualcosa che abbia senso dice Tinti a il Giornale - Bisogna essere mossi da passione, coraggio, desiderio, follia anche, certo, perché quella che si vuole è una sfida al tempo, alla morte. È il sogno assurdo che tutto questo, che creare qualcosa, sia ancora possibile". Disarmante, poi, il modo con cui Tinti maneggia i contatti con i mostri sacri di Hollywood: tutto, racconta, è iniziato mandando una mail a Michael Imperioli, all'epoca star della serie I Sopranos. Da lì, è stato un passaparola tra gli attori americani, colpiti dall'approccio poetico di Tinti: anche con Kevin Spacey, con cui Tinti si è esibito a Milano, lo scorso giugno, nella Galleria BKV Fine Arts, è andata così. Una semplice mail, un'affinità elettiva immediata, un reading sorprendente (lo abbiamo visto e ci siamo molto emozionati). "Da una conoscenza sono passato a un'altra racconta Tinti : ho sconosciuto Abel Ferrara nel 2019, stavo cercando un lettore delle mie poesie ispirate al Galata Suicida' di Palazzo Altemps. Gli mandai una mail ed è iniziato tutto così. In sei anni abbiamo fatto tante letture insieme, gli sono molto legato". "Mi è piaciuta subito l'idea di Gabriele dice Ferrara a il Giornale - Perché i versi prendono vita solo quando li dici, li presenti al mondo, quando li condividi con la gente. Altrimenti cosa sono? Parole sospese.

Leggi la poesia a chi viene ad ascoltare, o anche a chi è lì per caso. La sentono, ti torna indietro, la ascolti di nuovo. Un'esperienza potente, che fa riflettere e arricchisce". La poesia aggiunge Abel Ferrara - "è comunicazione pura".

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