Roma - L’ordinanza di precettazione dei «padroncini» arriva poco dopo le 19 di ieri sera. Dopo lunghe ore d’incertezza, il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi decide che l’agitazione dei Tir, prevista fino a venerdì, deve essere sospesa. Lo sciopero deve fermarsi alla mezzanotte, anzi il comunicato del ministro parla delle «23 e 59 minuti» dell’11 dicembre. In teoria, dopo mezzanotte i camion dovrebbero riprendere lentamente a muoversi. Le prefetture sono state attivate dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato, per vigilare sull’attuazione del provvedimento di sblocco «e assicurare un’ordinata ripresa delle attività, nel rispetto delle decisioni assunte dal governo». Nulla è tuttavia garantito. «La precettazione non esiste - dice un rappresentante sindacale dei camionisti in tv -: mi spiace per gli italiani, ma il blocco va avanti». «Mi sembra difficile obbligare un artigiano a lavorare», commenta Francesco Del Boca, presidente della Confartigianato Trasporti. Fra governo e autotrasportatori è muro contro muro.
L’incontro di ieri mattina al ministero dei Trasporti dura un’oretta, forse neppure. Poi la rottura. «Abbiamo preso atto delle dichiarazioni del ministro Bianchi. Constatata la mancanza di volontà di aprire un confronto sulla nostra piattaforma, abbiamo deciso di lasciare l’incontro. Il blocco dei Tir va avanti», commentano le associazioni di categoria. Sono, in particolare, i «padroncini » ad aver interrotto il negoziato. Sono invece rimaste al tavolo Anita, che fa capo alla Confindustria, Fedit (spedizionieri privati) e Lega Cooperative, che però, tutte e tre insieme, non superano il 20% del settore. «Non possiamo accettare di proseguire il dialogo con chi assume comportamenti di questo genere», commenta il ministro Bianchi. Romano Prodi esprime la sua «completa riprovazione» sulle modalità con cui si è svolta l’agitazione, e si dice sicuro che i prezzi non aumenteranno una volta che la situazione sarà ritornata alla normalità. Per Silvio Berlusconi, gli autotrasportatori «hanno ragione nel merito della protesta, non certo nella forma adottata. Nelle scorsa legislatura - ricordacon loro non ci sono stati problemi».
A trattativa saltata, interviene l’Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici, chiedendo al ministro dei Trasporti di avviare le procedure nei confronti degli autotrasportatori che non garantiscono le forniture fondamentali e, per di più, organizzano blocchi stradali. Il garante, Antonio Martone, ricorda che, grazie alla legge 146/90 può essere disposta la riduzione della durata dello sciopero, e possono essere messe in atto misure per assicurare la distribuzione dei beni essenziali. «Maquale precettazione? Siamo piccoli imprenditori che, coi nostri mezzi, rischiamo la vita e il nostro futuro », replica Maurizio Longo, responsabile della Cna-Fita, denunciando il tentativo di colpevolizzare la categoria. L’Italia, intanto, è alle corde. La Confetra - la confederazione dei trasporti e della logistica - quantifica in 300 milioni di euro i danni subiti dal settore. Luca di Montezemolo definisce «inaccettabili » le modalità dello sciopero: è inconcepibile, afferma il presidente della Confindustria, che in un momento comequesto si blocchino il Paese e la sua economia, «bisogna ripristinare l’autorevolezza e la capacità dello Stato di decidere».
Ma i «padroncini » non mollano. Chiedono il contenimento del prezzo del gasolio, schizzato a livelli record; l’accorciamento dei tempi di pagamento da parte delle imprese; la lotta all’abusivismo e alla concorrenza sleale.
«Gli aiuti nella Finanziaria - replica il presidente della commissione Trasporti della Camera, Michele Meta - ci sono: finanziamento degli ecobonus per 77 milioni in tre anni; sostegno al trasporto per 85 milioni; sgravi fiscali e assicurativi per 200 milioni». «Aspettiamo da otto mesi provvedimenti che non sono mai arrivati», replicano gli autotrasportatori. Muro contro muro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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