RomaIn casa Lazio tanto rumore per nulla. E una brutta figura davanti a tifosi e opinione pubblica da parte di tutti i protagonisti. Mai si era assistito a una vicenda così paradossale. Un tecnico (De Canio) già contattato e tenuto in naftalina, un altro (Zola) incontrato dal presidente Lotito che prende 24 ore di tempo per dare una risposta e un altro ancora (il titolare della panchina Reja) che pur essendosi dimesso mercoledì con tanto di lettera ufficiale, va in panchina a Madrid e addirittura dirige lallenamento di rifinitura in vista del match con la Fiorentina.
Alla fine, dopo quattro giornate convulse e schizofreniche, tutto resta come prima. Il tecnico goriziano rimane alla guida della Lazio ed è lui ad annunciarlo in una conferenza stampa serale. «Nellultimo periodo qualcosa si era incrinato, io avevo dato le dimissioni che la società ha rifiutato, ora abbiamo chiarito e pertanto la mia avventura continua - così lallenatore biancoceleste -. Lotito lha detto anche nello spogliatoio davanti ai calciatori: "questo è lallenatore di ora e per il futuro"».
Il lieto fine arriva dopo un sabato in cui il patron biancoceleste riceve lennesimo sì di De Canio, incontra a lungo Gianfranco Zola che sembra convinto del progetto (i bene informati parlavano di un accordo di massima fino a giugno 2013) e infine quando i calciatori stanno cenando a Formello prima di tornare a casa ha un vertice «riparatore» con Edy Reja. «Di fronte alle mie dimissioni, è logico che la società si guardi intorno», così Reja giustifica il comportamento del club. E il ping-pong, chiuso con un diplomatico 0-0, fa scivolare nel ridicolo la questione. Non fa una bella figura Reja, che certo deve rispettare dei vincoli contrattuali, ma che davanti a una fiducia in ribasso (terribili le parole rivoltegli martedì dal ds Tare e dal patron Lotito) decide di cancellare la propria dignità.
Non fa una bella figura Lotito, che gestisce in maniera superficiale la vicenda aprendosi altre strade per poi ripensarci e proseguire (probabilmente fino a giugno, nonostante la dichiarazione pubblica ai giocatori) il rapporto con lallenatore che sta portando la Lazio in zona Champions.
Forse però avrà contato linfluenza dei senatori dello spogliatoio, sempre vicini a Reja anche nello scorso settembre quando il tecnico aveva già gettato la spugna (solo verbalmente). E stasera cè la Fiorentina di un ex, quel Delio Rossi che chissà cosa avrà pensato di fronte a questo tira e molla. La squadra avrà la concentrazione giusta?
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