Politica

Tlc, il Garante avverte il ministro Gentiloni: «Sulla rete tocca a noi»

da Roma

Stupore e preoccupazione. Perché con la vicenda Telecom «il tema regolatorio sembra uscito dalla sua sede naturale». In altre parole è stato sottratto all’Autorità delle telecomunicazioni per finire interamente nelle mani del governo, che sembra non tenere conto dell’aspetto più delicato di tutto il caso. Cioè la tutela dei concorrenti. La polemica è arrivata direttamente dal garante per le Tlc. Il commissario Stefano Mannoni ha commentato le indiscrezioni di stampa che ieri hanno prospettato un piano del ministero delle Comunicazioni che va oltre la questione dell’assetto proprietario e investe la individuazione del management, la «profittabilità» degli investimenti di Telecom una volta che sarà scorporata la rete e l’individuazione di meccanismi per assicurare la flessibilità delle tariffe. «Se così fosse - sottolinea Mannoni - sarebbe grave. La materia non è competenza del ministero».
Se il dicastero guidato da Paolo Gentiloni fosse veramente al lavoro su questi temi sarebbe «sorprendente», ha aggiunto Mannoni, «nell’imminenza del lancio della consultazione pubblica dell’Autorità», la «sede naturale» per affrontare questi temi. Perché «intervenire sulla rete, sugli investimenti, sulle tariffe», è «materia di contraddittorio anche con i concorrenti di Telecom: è il nodo più sensibile, è uno dei nodi concorrenziali più delicati. È per questo motivo che sarà oggetto di una discussione pubblica».

Discussione che non può che essere affidata a un’autorità indipendente.

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