Toda gioia, toda munnezza

da Napoli

Il sottofondo musicale è quello di Toda gioia, toda bellezza, il motivetto-tormentone più gettonato in radio, ma le parole sono rivedute e corrette in versione spazzatura. Toda bellezza diventa così toda munnezza con una esilarante sequenze di strofe dove ce n’è per tutti: da De Gennaro a Pecoraro Scanio, da Romano Prodi a Bassolino. Rime baciate anche per Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli nonché regina dei rifiuti. Ma per chi alla musica preferisce altri generi artistici è da oggi disponibile anche la «Venere dell’immondizia». La «statua» è stata realizzata da due artisti abruzzesi - Alessandro Monticelli e Claudio Pagone - che si sono ispirati a quella «degli stracci», di Michelangelo Pistoletto. L’opera è stata esposta per la prima volta ieri a Sulmona nella galleria dei due artisti, gremita di visitatori ai quali sono state consegnate mascherine antiodore. La «Venere dell’immondizia» è stata realizzata con 300 chilogrammi di rifiuti doc campani acquistati dai due artisti a un napoletano che li aveva messi in vendita su Internet al prezzo di un euro al chilo.
L’opera di Pistoletto, realizzata nel 1967 contrappone una montagna di stracci alla candida copia di una statua classica posta di spalle, dando vita ad un forte stridore cromatico e formale.

Nella versione della Venere degli artisti abruzzesi gli stracci sono stati sostituiti con la spazzatura, «simbolo - hanno affermato Monticelli e Pagone - del consumismo consumato».
Gli autori hanno sottolineato che la loro opera vuole essere «una protesta contro la situazione allucinante che si è creata in Campania».

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