Incalzato dal cinghialesco Totò Di Pietro, l'impaurito Walter Veltroni ha sibilato una raffica di no alle proposte del governo. Motivo: l'Italia si allontana dall'Europa.
Approdata con decenni di ritardo all'europeismo, la sinistra frigge di zelo neofita e mente. Così, dice no al reato di clandestinità che invece è in vigore in molti Paesi Ue. Si scandalizza per la sospensione dei processi alle alte autorità in carica (cosiddetto lodo Schifani), misura che la Francia ha tranquillamente applicato al presidente Chirac accusato di passate malversazioni come sindaco di Parigi.
Sull'abbrivio, Veltroni rifiuta di mettere un freno alle intercettazioni. Qui però non può più invocare l'Europa perché la bulimia intercettativa della magistratura italiana non ha riscontri nel mondo. L'Italia, 57 milioni di abitanti, ha il privilegio di 125.000 registrazioni l'anno; la Francia, 60,5 milioni di persone, si ferma a 20 mila; gli Usa (300 milioni) ne autorizzano 1.700. Walter, facendo il ventriloquo dei pm, dice che senza intercettazioni i giudici non possono indagare. Ma non spiega perché l'impotenza colpisca solo le toghe nostrane. In realtà, da quando lo spionaggio telefonico si è allargato, la capacità investigativa si è ridotta. La pigrizia si è sostituita alla solerzia e i casi irrisolti si sono moltiplicati. L'Italia del Grande orecchio è piena di delitti senza autore.
I fan dell'intercettazione vicini alle Procure - vedi le paginate gemelle di Corsera e Repubblica dei giorni scorsi - sostengono che senza frugare nelle telefonate la macelleria della clinica Santa Rita non sarebbe saltata fuori. Fantastico! Ai magistrati era pervenuta una denuncia in cui c'era tutto: le morti sospette e la voglia di guadagnare sporco. Bastava controllare le cartelle cliniche, sentire i parenti, interrogare i medici. Adesso avremmo fatti, invece abbiamo chiacchiere. Nel dibattimento saranno smontate. È così che - per indagini sul niente e finite nel nulla - sono stati inutilmente infangati i vari Savoia, Sottile, ecc.
Una parola anche sul governo: dando addosso ai giornalisti ha sbagliato mira. Bastavano due disposizioni. La prima, stabilire che responsabile oggettivo della divulgazione è solo il magistrato che intercetta. Sempre e comunque. Smetterà di fare lo gnorri come fa adesso quando sono propalate.
Ma chi osa, nel Paese dei Di Pietro e dei Veltroni, mettere in riga gli illustrissimi?
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