Le promesse stavano tutte nella magica formula «Due in uno» o meglio ancora «Diploma in un anno». E per centinaia di studenti la promessa è stata esaudita. Accreditato dal 2001 come istituto privato con parità scolastica la scuola Dante Alighieri da quest'anno non potrà più vantare lo status di scuola parificata. Linea dura da parte dell'Ufficio scolastico per la Lombardia che aveva annunciato: «Basta con gli esamifici». Una sentenza del Tar ha suggellato definitivamente la revoca della parità scolastica dopo che un'ispezione del Ministero aveva messo in luce la mancanza di standard di qualità. Tra le irregolarità riscontrate: anomalie nel funzionamento delle commissioni, ma soprattutto la promozione di studenti che avevano riportato gravi insufficienze in alcune materie, «il che denota - scrivono i giudici - non solo la sussistenza di una inammissibile e indulgente superficialità ma anche la deliberata volontà di rendere meno rigorosa la conduzione degli esami, in modo da attrarre presso la scuola un maggior numero di studenti da esaminare».
La visita ispettiva del Ministero era stata richiesta dai vertici del Provveditorato a causa del numero abnorme di studenti che non solo venivano esaminati ogni anno alla Dante Alighieri, ma che avevano anche brillantemente superato la prova. Ragazzi che avevano perso uno o più anni scolastici e che con un esamino avrebbero potuto recuperare un percorso di studi accidentato. Dunque a fronte di 118 alunni interni - hanno rilevato gli ispettori - sono stati esaminati 831 candidati (su 869 accettati), «configurandosi quindi di fatto più la fattispecie di centro d'esami che di scuola». E ancora: «l'Istituto, ai fini dell'espletamento degli esami, ha formato ben 10 commissioni, mentre avrebbe potuto formarne solo quattro, nella composizione delle commissioni sono stati irregolarmente utilizzati anche docenti esterni alla scuola in misura di 16 su 30; le Commissioni erano irregolarmente costituite anche con riferimento all'obbligo di inserire in esse un docente della classe immediatamente inferiore rispetto a quella per la quale viene sostenuto l'esame; sono stati dichiarati idonei molti candidati che hanno riportato votazioni insufficienti in una o più discipline; il protocollo dell'Istituto riportava prevalentemente solo i nomi delle scuole di preparazione e non i singoli nomi dei candidati; alle operazioni di scrutinio risultavano assenti alcuni membri delle Commissioni, violandosi in tal modo il principio del collegio perfetto». «Spiccano, fra le numerose irregolarità riscontrate, quelle riguardanti l'abnorme numero di studenti esterni ammessi a sostenere gli esami di idoneità - commentano i giudici del Tar - una circostanza che pare decisiva nell'avvalorare la tesi sostenuta dal Ministero, secondo la quale l'Istituto più che essere considerato una scuola vera e propria deve essere considerato un centro d'esami.
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