da Milano
Nuovo tonfo in Borsa per Fiat: la giornata no per il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha visto il titolo precipitare del 6,5% a 14,78 euro. Gli scambi hanno interessato il 5% del capitale. A pesare, oltre alla perdita generalizzata del comparto automobilistico (meno 5,36% lo Stoxx di settore: Daimler ha perso il 4,7%, Bmw il 5,1%, Renault il 7% e Peugeot il 6%), è stata la sforbiciata data da Jp Morgan al prezzo obiettivo di Fiat (da 30 a 19 euro) insieme alla raccomandazione sul titolo (da overweight a neutral), decisione che potrebbe mettere sotto pressione le azioni.
Lintervento di Jp Morgan (per la casa dinvestimenti il Lingotto soffre le «sfavorevoli condizioni economiche» che contribuiscono a «ridurre la probabilità di uno spin-off dellAuto»), segue quello di SocGen che lunedì aveva ridotto il target price su Fiat da 24 a 19 euro. Ma il colpo di grazia per Torino è arrivato dai timori che il decreto Milleproroghe, contenente il nuovo piano incentivi, non venga convertito in legge entro i termini. La crisi di governo, infatti, rischia di mandare allaria il provvedimento in scadenza il 29 febbraio, anche se lUnrae confida che «alla fine gli incentivi vadano in porto con le modifiche richieste, cioè lestensione dei bonus alla rottamazione ai veicoli Euro 2 immatricolati negli anni 1997 e 98». A spaventare gli analisti è comunque lipotesi che ciò non avvenga, con la possibilità che le case siano costrette a «perdere» i crediti dimposta sulle vetture già vendute tramite i bonus. A questo si aggiunge la consapevolezza da parte del mercato che il 2008 sarà un anno difficile e che a risentire dei problemi economici saranno soprattutto i beni più costosi, tra cui proprio lautomobile. Da qui la visione di un mercato delle quattro ruote in sofferenza, con un probabile calo delle vendite intorno al 10 per cento. «Proprio questa - spiega un analista - è tra le ragioni che hanno portato al taglio drastico del prezzo obiettivo delle azioni Fiat». Resta il fatto, aggiungiamo noi, che è alquanto singolare come per alcune banche daffari la capitalizzazione di Fiat, attraverso le stime sul valore delle azioni, possa passare rapidamente da poco più di 37 a circa 23 miliardi, disorientando gli investitori. «Non è da escludere - aggiunge un altro analista - che lo stesso Marchionne abbia promesso qualcosa che poi non ha mantenuto». Fin qui la nuova débâcle di Fiat in Borsa. Sul fronte industriale, invece, si annuncia una schiarita per Termini Imerese. Nel vertice di ieri a Palermo con i sindacati il vicepresidente della Regione Sicilia, Lino Leanza, e lassessore allIndustria, Giovanna Candura, hanno mandato un messaggio rassicurante a Torino: laccordo di programma per il rilancio della fabbrica di Termini Imerese può essere portato avanti e i 150 milioni preventivati restano disponibili.
«Avvieremo subito contatti con Roma e il dottor Marchionne. A loro riferiremo che la Regione è pronta a tenere fede ai piani stabiliti», ha commentato lassessore Candura. Le dimissioni di Salvatore Cuffaro dal vertice della giunta siciliana ha di fatto bloccato liter per il rilancio dellarea industriale alle porte di Palermo. E Marchionne, come risposta, non ha avuto problemi a far capire che i progetti su Termini Imerese sarebbero stati ridimensionati. A Maranello, infine, spaccatura tra le sigle sindacali.
Tonfo Fiat, si teme lo stop agli incentivi
Il decreto rischia di non essere convertito a causa della crisi di governo. Schiarita su Termini Imerese
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.