Il tonno naviga in brutte acque: 5 specie rischiano l’estinzione

Il tonno rosso è in pericolo, ma non è il solo pesce commestibile che rischia di sparire dalle nostre tavole. Sui banchi delle pescherie saranno sempre meno i pesce spada e gli sgombri, almeno quelli nostrani. Per la prima volta, l’Unione mondiale per la conservazione della natura(Iucn) ha messo sotto esame - per valutarne l’ingresso nella lista rossa delle specie minacciate - tutte le specie della famiglia degli sgombridi, tra cui il tonno appunto e il maccarello, nonchè i marlin e i pesce spada. E su 61 specie, sono sette quelle che fanno ingresso nella categoria Iucn di quelle minacciate, quelle cioè a rischio d’estinzione elevato. Un pericolo che sembra particolarmente alto per il tonno, con l’allarme lanciato oggi da Iucn per cinque specie delle otto esistenti, tra cui il tonno rosso. Varietà ad alto valore aggiunto sulle rotte che, dal Mediterraneo e dall’Atlantico, portano a Oriente, nel 90% dei casi ai mercati giapponesi.
«Tutte e tre le specie di tonno rosso - sottolinea Kent Carpenter, docente della Old Dominion University - sono minacciate dal collasso, a causa di un’eccessiva pressione della pesca. Il tonno rosso del Sud (thunnus maccoyii) ha già scarse speranze di recupero. Se non ci saranno cambiamenti delle attuali pratiche di pesca - avverte Carpenter - gli stock di tonno rosso sono a rischio collasso, visto che mostrano scarsi segnali di ricostituzione della popolazione». «Abbiamo esagerato con la pesca del tonno rosso; l’inquinamento del mar Mediterraneo, dove si riproduce, ha le sue colpe, ma il problema è che ne peschiamo troppo. E che la moda del sushi lo ha trasformato in una delle commodities, come fosse sale», osserva il responsabile del programma Mare del Wwf Italia, Marco Costantini. «La constatazione fatta oggi da Iucn - aggiunge l’esperto - è quella dichiarata da tempo dal Wwf: peschiamo più tonno rosso di quanto sia in grado di riprodursi.

Il tonno è a rischio quanto il Panda, ma ci colpisce di più perché lo mangiamo, è parte integrante della nostra cultura alimentare. E ora rischia il collasso commerciale. Ma non è il solo, l’80% delle specie mediterranee è sovrasfruttato». Secondo le associazioni italiane della pesca però l’allarmismo sarebbe eccessivo.

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