TOOL I signori del nuovo rock tornano in pista dopo cinque anni

Lunedì sul palco del Forum di Assago i quattro dal metal cupo e sfrenato

Antonio Lodetti

Cinque anni fa (c’erano ancora le care vecchie lire) vennero a Milano e si esibirono all’Alcatraz per i fan del rock alternativo. Oggi i Tool sono una band di culto e al tempo stesso un simbolo del nuovo rock, quello che unisce la virilità del metal e la potenza del rock classico filtrati attraverso il linguaggio del Duemila.
Nasce così un crossover personalissimo che sfiora hard rock, psichedelia, suoni industriali e un tocco di trip hop. Un metal cupo e scuro - come è stato definito dai fan più accesi - per un suono di difficile definizione, che passa da sfrenate accelerazioni a pause lentissime ma cariche di tensione. Spesso vanno in tournée con i gloriosi King Crimson di Robert Fripp, e sono una specie di proiezione del futuro della loro visione musicale progressive e visionaria, anche se meno colorita.
Il carismatico e inquietante vocalist Maynard James Keenan; il chitarrista Adam Jones, il bassista inglese ex Peace Justin Chancellor (che ha preso il posto di Paul d’Amour), il batterista Danny Carey sono la punta di diamante dell’avanguardia americana e lunedì suoneranno al Forum nella breve tournée italiana che segna il tutto esaurito non solo a Milano ma anche mercoledì a Roma (show spostato dal Centrale del tennis al Palaghiaccio) e giovedì a Bologna al Palamalaguti (concerto prima previsto al Land Rover e poi spostato per la grande richiesta di biglietti).
La band proporrà i brani più celebri dei suoi precedenti album e soprattutto presenterà il recente cd 10000 Days, che anche in Italia ha debuttato al quarto posto delle classifiche di vendita.
I Tool nascono nel ’91 su iniziativa di Keenan e Jones e con la benedizione di Tom Morello (già chitarrista-icona dei Rage Against the Machine e poi anima degli Audioslave). Debuttano l’anno successivo con l’Ep Opiate ma il vero successo arriva con i concerti dal vivo (fanno un gran botto al Loolapalooza Festival), spettacoli in cui l’immagine (soprattutto i fantasmagorici travestimenti di Keenan, strambo incrocio tra l’educazione all’Accademia militare di West Point e gli studi d’arte e design) è importante, anche se sempre subordinata alla musica.
Particolari, a tratti lugubri, anche i loro videoclip (ad esempio Prison Sex) curati da Jones, esperto di effetti speciali per film come Ghostbusters 2 e Predator 2. Il vero album d’esordio è Undertow che nel ’93, dopo l’esibizione al Loolappalooza, vende oltre un milione di copie. Undertow è il disco che traccia le linee del vero stile Tool, con improvvisazioni e brani lunghi e straniti che dilatano il concetto di psichedelia.
I quattro artisti sono un’unica entità ma al contempo quattro personalità ben definite tra loro. Senza rovinare l’armonia della band Keenan collabora con i Rage Against the Machine e insieme ad altre star alternative fonda gli Shandi’s Addiction (in omaggio ai Jane’s Addiction) e in seguito la sua band parallela A Perfect Circle.
Con l’uscita di d’Amour bisogna aspettare fino al ’96 per la consacrazione con Aenima, che debutta al secondo posto della classifica di Billboard.

Da lì, senza svendere o snaturare il loro stile, è una continua salita di qualità e di consensi popolari, grazie a Lateralus, che vola subito in vetta alle hit parade. Ora, dopo il cofanetto Salival, è partita la nuova avventura di 10000 Days

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