TORI AMOS Aggressiva In lotta per le donne

Rock, canzone d’amore, successo ma soprattutto impegno. Tori Amos è una bandiera della musica in rosa proprio perché riesce a coagulare nei suoi brani tutte queste cose. Superati di slancio i quarant’anni non ha perso il gusto della trasgressione, della rabbia, della voglia di lottare, di cercare e donare emozione. Lo fa con il nuovo album American Doll Posse e con il concerto che terrà domani al Teatro Smeraldo.
Come si vede dalla foto di copertina dell’album, la Amos costruisce cinque personaggi femminili diversi, vestiti modernamente ma mutuati dalla mitologia greca: Demetra (la preferita da Tori), Persefone, Atena, Afrodite, Diana (o Artemide) tutte proiettate nell’attualità con nomi come Clyde e Pip. Raccontando - attraverso il Pantheon greco - storie contro la guerra che rivendicano i valori femministi calpestati e dimenticati nel nuovo millennio. Lo farà anche allo Smeraldo, prima cambiando abito e nome proponendo i brani di American Doll Posse; poi rivivendo le cover che più contano nella sua vita, da Neil Young ai Beatles (anche se lei dice: «Nell’anima ho il vigore dei Led Zeppelin e la voglia di poesia di Joni Mitchell»); poi tornerà se stesso viaggiando a ritroso nel suo repertorio e nella sua storia. Una storia partita piuttosto male negli anni Ottanta con Y Kant Tori Read (un bel flop), disco che prende il nome dalla sua prima band (c’è Matt Sorum poi nei Cult e nei Guns’n’Roses) e che vaga nei territori adiacenti all’hard rock.
Però da lì parte alla riscossa; un nuovo fenomeno del pianoforte? Una nuova Laura Nyro? La Atlantic le fa un bel contratto discografico e lei ricambia con Little Earthquakes, disco moderno e aggressivo (con brani come Silent All These Years e Winter) che, nel 1992, prima sfonda nelle classifiche inglesi e poi si fa notare anche in patria, pur senza entrare nei piani alti della hit parade di Billboard.
Poi è un successo continuo segnato dalle pagine (meno spartanamente arrangiate) di Under the Pink, dall’introspezione di Boys For Pele (registrato in Irlanda parte in una chiesa e parte in una antica villa georgiana), di From the Choirgirl Hotel dai colori forti; del doppio metà in studio metà dal vivo To Venus and Back; delle cover di Neil Young e John Lennon in Strange Little Girls. E ancora dalle suggestioni on the road di Scarlet’s Walk e dal minimalismo acustico di Beekeeper.
Una continua crescita artistica e umana (i fan adorano quel suo modo diretto, conciso e impertinente di esprimersi in parole e musica) che mette insieme suoni duri e suadenti, aggressività e sensualità, con la voglia di scavare nei sentimenti andando sempre più in profondità. Anche sfidando la morale comune. «Dicono che sono trasgressiva - dice - ma gli americani sono molto bigotti e soprattutto hanno grossi problemi con il sesso.

Io lotto con e per le ragazze di oggi, perché non dimentichino quel patrimonio di conquiste che le ragazze di un tempo hanno conquistato con enormi sacrifici».
Teatro Smeraldo, piazza xxv Aprile 10
domani h 21
biglietti 28 - 40 euro (info 0229006767 oppure online
www.boxtickets.it www.tost.it)

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