Torino e La Venaria Reale Reggia per contemporanei

Un centro di produzione e di svago culturale. Una «Reggia per contemporanei» dove ogni tipo di pubblico può vedere soddisfatte le proprie esigenze di «loisir», come ammirare capolavori architettonici e artistici, visitare mostre, assistere a spettacoli, seguire convegni, partecipare a laboratori, godere della vista di un paesaggio bucolico e del contatto con la natura, mangiare e bere bene e fare acquisti culturali. Questo e altro è La Venaria Reale, un complesso costituito da una reggia barocca di 80mila metri quadrati, da 80 ettari di splendidi giardini, da altre storiche costruzioni e un da un borgo antico.
Il sito è stato protagonista del più importante progetto di restauro europeo degli ultimi decenni, culminato con l’inaugurazione dell’ottobre 2007. Gli ultimi ritocchi, però, saranno dati agli inizi del 2011, quando La Venaria Reale si presenterà come uno dei luoghi di riferimento per le celebrazioni del 150° anniversario dell’unificazione italiana.
Ma facciamo un passo indietro. La Reggia nasce come «residenza di caccia e di piacere» di Carlo Emanuele II, Duca di Savoia e Principe di Piemonte. Tra gli architetti e gli artisti chiamati a imprimere il loro segno si segnala, nel diciassettesimo secolo, Amedeo di Castellamonte, autore, tra l’altro, dello splendido Salone di Diana. A Filippo Juvarra, nel diciottesimo secolo, devono le famose Scuderie Juvarriane. Considerando anche i bellissimi giardini e alcune parti del borgo inglobato nell’area monumentale, il complesso costituisce una delle maggiori espressioni del Barocco internazionale.
Una perla che per ben due secoli è rimasta nascosta. Dopo i fasti iniziali, La Venaria Reale inizia il suo declino a seguito dell’occupazione napoleonica. Nell’Ottocento è trasformata in caserma. Nel Novecento, invece, è lasciata completamente a se stessa. Nel 1997 l’Unesco decide di inserirla tra i Patrimoni dell’Umanità e nel 1998 iniziano i lavori di restauro promossi dall’Ue e curati dal ministero per i Beni culturali e dalla Regione Piemonte. Dell’istituzione si occupa il Consorzio di valorizzazione «La Venaria Reale», composto dal ministero per i Beni e le attività culturali, dalla Regione Piemonte, dalla Città di Venaria Reale, dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo. Presidente del Consorzio, di nomina ministeriale, è Fabrizio del Noce; direttore, d’investitura invece regionale, è Alberto Vianelli. La costituzione del Consorzio attribuisce autonomia gestionale. Nell’ambito di questa, la Venaria Reale è stata trasformata in un esempio di coniugazione di rispetto per l’archeologico e il naturale con il gusto, l’estetica e la fruizione moderna.
Se gli edifici, le sale e le opere d’arte sono stati recuperati (nelle Scuderie alfieriane, peraltro, è stato istituito anche il terzo più grande Centro di conservazione e restauro italiano), i giardini sono stati ricostruiti tenendo fede ai disegni originali e inserendo anche importanti opere contemporanee.

Una parte delle Scuderie e dell’ex Citroniera può essere anche affittata per organizzare convegni e altri eventi: un modo per restituire alla Venaria Reale quel carattere che facilita l’incontro tra arti, culture, scienze e divertimento, proprio nei primi suoi due secoli di vita.
La Reggia, distante circa dieci chilometri dal centro di Torino è diventata uno dei primi cinque siti più visitati in Italia.

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