da Milano
Hera, Iride ed Enìa hanno fatto ieri il primo passo formale verso la fusione in un unico gruppo nel settore delle utility: un comunicato congiunto afferma infatti che è stata firmata «una lettera di intenti finalizzata alla completa integrazione industriale e societaria».
Hera è formata da una serie di municipalizzate che vanno da Modena a Bologna, fino alla riviera romagnola, Iride schiera invece Genova e Torino, Enìa porta Parma, Piacenza e Reggio. Le tre società si sono impegnate a definire il «profilo competitivo, sinergie, modello organizzativo e concambi»: gli ultimi due temi sono quelli che tradizionalmente sono i più ostici in tutte le trattative perché definiscono gli equilibri di potere. È stato comunque creato uno steering committee composto dai tre presidenti (Tomaso Tommasi di Vignano, Roberto Bazzano e Andea Allodi) e dai tre ad (Andrea Viero, Maurizio Chiarini e Roberto Garbati).
Se le trattative andranno a buon fine, e l'obiettivo è condurle in porto entro la fine dell'anno, nascerà il secondo gruppo del settore come capitalizzazione dopo A2A. Ma nascerà un soggetto molto diverso da A2A: infatti la società che proviene dalla fusione di Milano e Brescia opera in un territorio che è il più ricco d'Italia, ha la strategica partecipazione in Edison, ma è anche geograficamente molto concentrata. La nuova andrà invece dal Piemonte all'Adriatico passando per Genova e le ricche province dell'Emilia, diventando di fatto la vera utility padana alla quale manca solo il grande socio-alleato in Edison (Edf) su cui può contare A2A.
Lo scenario delle aggregazioni tra ex municipalizzate che si sta delineando vede quindi A2A e super-Hera al Nord, Acea al Centro, mentre resta un Nord-Est spezzettato e per ora incapace di trovare una trama per tessere un'aggregazione. Va aggiunto che al pari di A2A, anche Acea può contare su un alleato straniero importante come Suez-Gdf che nell'ambito della vicenda Distrigaz sta per aggiudicarsi la rete romana del gas che oggi fa capo all'Eni. Quindi: due gruppi territorialmente concentrati (A2A e Acea) con un alleato potente, ma ingombrante (Edf e Suez-Gdf), e uno con maggiori possibilità di sviluppo (super-Hera), senza alleati, ma forse con le mani più libere.
Infine pochi dati, per dare una misura di super-Hera: 5 miliardi di capitalizzazione, 11mila dipendenti, 6 milioni di utenti, primo operatore italiano nei servizi ambientali con 5,3 milioni di tonnellate di rifiuti trattati, primo nel teleriscaldamento, secondo nella gestione delle acque con 450 milioni di metri cubi trattati, terzo nel gas con sei miliardi di metri cubi venduti. Infine nella produzione elettrica ha centrali per 2.500 Mw di potenza installata.
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