Torino - La notizia sembra incredibile ma è accaduta davvero. Una persona che dopo un grave incidente sembrava non avere più speranze ha riacquistato un livello minimo di coscienza. Senza voler fare strumentalizzazioni questo episodio per certi versi clamoroso ripropone ancora una volta al centro dell'attenzione il "caso Eluana". Una giovane di 20 anni, residente a Gassino, in provincia di Torino, si è "risvegliata" dallo stato vegetativo permanente in cui si trovava a causa delle ferite riportate in un incidente stradale avvenuto due anni fa. A renderlo noto è il neurochirurgo dell’ospedale delle Molinette di Torino, Sergio Canavero, che nel luglio 2007 ha effettuato sulla ragazza un intervento di "stimolazione corticale extradurale bifocale". Secondo quanto riferito dai medici, la ragazza dopo l’intervento ha migliorato costantemente le sue condizioni. Oggi obbedisce agli ordini semplici e si nutre. Sempre secondo i medici, si sono anche ricostruiti i circuiti di coscienza.
Terapia efficace "Per la giovane si poteva parlare di stato vegetativo permanente sulla base della terminologia internazionale, in quanto la sua condizione perdurava da oltre 12 mesi - precisa Canavero -. Oltre tutto possiamo dire con certezza che i benefici sperimentati dalla ragazza dopo l’intervento sono dovuti alla stimolazione corticale: a maggio, infatti, la batteria dell’apparecchio si era esaurita e la paziente iniziava a peggiorare. Una volta sostituita la batteria, abbiamo registrato un nuovo recupero, entro un mese dall’operazione. Ora la giovane è in uno stato di minima coscienza.
Gravemente disabile "È gravemente disabile, ma abbiamo distrutto il muro dell’irreversibilità. E possiamo pensare ad altri interventi, ad esempio al trapianto di staminali, per ulteriori progressi". Ma in cosa consiste l’operazione? "Lo stimolatore è composto da due piastrine di pochi centimetri di lunghezza per un cm di larghezza, inserite con quattro fori nell’osso dei lobi frontale e parietale, attraverso la neuronavigazione". Dopodiché le piastrine sono state collegate con un tunnel sottocutaneo a un pacemaker sottoclavicolare.
Un'ora e mezzo di operazione "L’operazione è durata un’ora e mezza, in anestesia totale. Cinque giorni dopo - racconta - abbiamo attivato lo stimolatore, e da allora abbiamo osservato l’evoluzione della paziente, protagonista di quello che è il primo caso del genere al mondo" Canavero, che è specializzato nell’elettrostimolazione per Parkinson e Alzheimer, è moderatamente ottimista.
"Ora la giovane è in uno stato minimamente conscio, a tratti risponde agli ordini semplici, il padre riesce a tenerla in piedi, lei ha acquistato peso e anche i fisioterapisti dicono di aver notato che a volte li segue negli esercizi. Inoltre mangia senza sondino ma aiutata con un cucchiaio. Certo, si tratta di una paziente gravemente disabile, ma abbiamo rotto il muro dell’irreversibilità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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