Cultura e Spettacoli

Torna Belpietro con le interviste «antipatiche»

Da lunedì il direttore del «Giornale» riprende i faccia a faccia con i personaggi del momento. «Tanti non vogliono venire, non faccio sconti a nessuno»

Laura Rio

da Milano

Alla sola idea di condurre il confronto tra Prodi e Berlusconi in campagna elettorale si frega le mani. Con il suo sorrisino da «antipatico» risponde ai cronisti: se me lo chiedono, corro subito, anzi mi candido. E a chi gli fa notare che forse sarebbe di parte, replica: «Non farei sconti, né all’uno né all’altro».
In attesa di vedere chi condurrà il big match politico dell’anno, il direttore del Giornale Maurizio Belpietro, torna in onda lunedì su Canale 5 con il suo Antipatico. Cambio di giorni: lunedì e mercoledì, sempre in terza serata, attorno all’una. La formula è la stessa delle due passate edizioni: un ritmato faccia a faccia con un personaggio della politica, dello spettacolo, della cronaca o dello sport. In calendario ottanta interviste, ognuna di quindici-venti minuti. Domande dirette, scomode, spesso impertinenti e spiazzanti, come è nello stile di Belpietro. «Del resto - spiega lui nella conferenza stampa di presentazione - una persona che viene da me, sa a che cosa va incontro. Io faccio le domande, l’interlocutore se vuole risponde». E aggiunge: «A volte è più significativo il silenzio... oppure uno sguardo, come quello angosciato che vidi sulla faccia del terrorista Arrigo Cavallina quando gli lessi un volantino da lui scritto».
Nelle prime due stagioni (punte di share del 23 per cento), Belpietro ha ricevuto numerosi no. «Molti - ha spiegato - hanno paura di essere torchiati. Io non dico mai in anticipo all’intervistato le domande. Alcuni mi hanno chiesto di non andare in onda. Ma ho sempre mandato in video tutto. Solo Al Bano se ne è andato via... forse non aveva capito in che programma si trovasse». Il direttore ricorda i successi ottenuti con le interviste ad Anna Maria Franzoni, la prima dopo la condanna, a Fausto Tonna sul crac Parmalat o a Barbara Contini (fece clamore la rivelazione del riscatto pagato per liberare gli ostaggi italiani in Irak). «Noi siamo molto affezionati all’Antipatico - ha detto il direttore della comunicazione Mediaset Mauro Crippa - perché è diventato un brand televisivo. È lo stile di Mediaset di fare informazione: aggressiva, veloce, documentata. È la dimostrazione dell’impegno dell’azienda in questo settore: nel 2005 saranno 3.200 le ore dedicate all’informazione».
Belpietro, con quale personaggio partirà? «Dobbiamo ancora deciderlo. Ho realizzato numerosi incontri. Sceglieremo lunedì». Prima dell’Antipatico va in onda Matrix, cosa pensa della sfida tra Mentana e Vespa? «Bruno è senz’altro più rodato, Enrico potrà crescere ancora. E darà il meglio di sé quando sarà alle prese con un evento in diretta. Devo dire che in generale nei talk show ci sono troppi ospiti e alla fine riescono a esprimersi ben poco. Per questo io preferisco il faccia a faccia dove può venir fuori la vita e la storia delle persone». Condurrebbe un talk show di seconda serata? «Non ne avrei il tempo». Lei fa tante domande, altri giornalisti come Santoro non ne possono più fare...

«La sua - risponde Belpietro - non era informazione, ma una gogna pubblica. Faceva un giornalismo di parte». E il suo non lo è? «No. Come direttore del Giornale sono schierato, ma come giornalista in Tv mi limito a porre domande. Dirette e precise. A tutti».

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