
Londra ha le sue regole, anche se non scritte. La numero uno recita: "Pararsi sempre il culo". O così almeno la pensa Jackson Lamb, agente dell'MI5. Non che Lamb abbia imparato bene quest'arte se no non sarebbe finito a capo della "Casa del pantano", un ufficio distaccato dei servizi dove vengono sbattuti tutti quegli agenti che o l'hanno fatta grossa oppure hanno fatto qualche missione di troppo e si sono fritti il cervello.
Alla fine in questo cimitero degli elefanti l'unica cosa che si chiede ai "reclusi" è starsene con le mani in mano o di occuparsi di labili tracce che non portino da nessuna parte.
Eppure sembra che i guai vadano a cercare quelli della "Casa del pantano" e che poco servano i tentativi del burbero Lamb di tenerli fuori dai guai.
Così, attorno a questa banda di disadattati, sembra prendere forma e catalizzarsi una tempesta perfetta che incrocia in maniera apparentemente incomprensibile: un'attentato dinamitardo contro dei pinguini, un attacco terroristico a colpi di arma da fuoco in un villaggio del Derbyshare, delle complesse elezioni locali dove in corsa c'è un candidato con il fratello che si è dato al terrorismo di matrice islamica... Non bastasse c'è anche chi cerca di far fuori, in maniera piuttosto goffa, il più goffo di tutti gli agenti posteggiati nella "Casa del pantano" Roderick Ho. A Lamb non resta allora che mettere assieme la sua furia da ippopotamo (così lo chiamano i colleghi anche per la sua consistente aerofagia) raccattare quel che resta del suo talento di agente e, per l'ennesima volta, svolgere il sudicio bandolo della matassa.
Potremmo riassumerla così, per non rovinare troppo la suspense, la trama di Le regole di Londra. Le indagini di Jackson Lamb (Feltrinelli, pagg. 350, euro 20) di Mick Herron. Ma questa spy story centrata su un gruppo di agenti, che sono tutto l'opposto dell'algida perfezione di James Bond, vive di ordito più che di trama, la differenza è la capacità descrittiva di Herron. Quella dedicata a Jackson Lamb è una serie di romanzi - iniziata con Slow Horses (2010 sempre per i tipi di Feltrinelli) - che si è subito distinta per una miscela di cinismo ed ironia capace di demitizzare il mondo dello spionaggio senza perdere nulla dal punto di vista dell'avventuroso o del mistero. Tanto che dai libri è stata sviluppata anche una serie televisiva di grande successo Slow Horses (disponibile su apple tv+). Ormai questo schema descrittivo è cesellato al millimetro e quindi Herron mette in scena una sciarada mai scontata e tutta giocata su personalità al limite della sociopatia ma di incredibile presa umana.
Dello sciatto ma furbissimo Lamb, annidato nel suo ufficio disordinato e pieno di cenere e puzza di muffa abbiamo già parlato, ma anche la sua squadra non è da meno: c'è Shirley Dander con le sue esplosioni di rabbia e il conto dei giorni dall'ultima dose di cocaina, c'è l'agente Coe che non dice una parola e sembra un David Bowie impazzito, Shirley che alterna alcolismo e uno strano senso di protezione verso la squadra...Una galassia umana di anti eroi che fa sorridere e che sa farsi amare, mentre salva l'Inghilterra. Ma sempre nel modo più sbagliato.