da Milano
Ha deciso di tornare sullEverest dopo nove anni, per seppellire una sconosciuta che era stato costretto ad abbandonare dopo un inutile tentativo di salvataggio. Nel maggio del 1998 linglese Ian Woodall, 50 anni, stava tentando di raggiungere la vetta assieme a un gruppo di scalatori quando, in un anfratto nella roccia, a 250 metri dal traguardo, aveva trovato una donna quasi completamente congelata. Era Francys Arsentiev, 40enne americana che aveva appena realizzato il sogno della sua vita scalando lEverest senza bombole dossigeno. Ma, nella discesa, le forze le erano venute meno e si era accasciata nella morsa del gelo. A oltre 30 gradi sotto zero Francys aveva implorato: «Non mi lasciate. Vi prego, non mi lasciate». Woodall e compagni avevano deciso di sospendere la loro impresa a pochi metri dalla cima per portarla al rifugio più vicino. Ma fu tutto inutile: Francys morì poco dopo e i suoi soccorritori furono costretti a lasciare il corpo a poca distanza dalla vetta. Woodall, però, non si è mai dimenticato di quella donna abbandonata al gelo: così ha deciso di tornare sulla vetta per darle degna sepoltura.
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