Torna la tensione in Israele: scontri tra polizia e palestinesi sulla Spianata delle Moschee

Centinaia di dimostranti musulmani hanno attaccato un gruppo di ebrei in visita al sito per la «Giornata di Gerusalemme», che ricorda la riunificazione del ’67. Alta tensione, tre i feriti

Marta Ottaviani

Gerusalemme torna a essere teatro di scontro fra ebrei e palestinesi. E lo sfondo è la Spianata delle Moschee, da sempre uno dei punti più caldi della città. Ieri mattina la polizia israeliana ha dovuto fermare con la forza alcune centinaia di palestinesi che manifestavano all’ingresso del sito. I dimostranti sventolavano numerose bandiere verdi (il colore sacro dell’Islam ndr) e a un tratto hanno cominciato a lanciare pietre contro un gruppo di giovani ebrei che visitavano la Spianata. Un attacco che avviene in una ricorrenza importante per Israele: la «Giornata di Gerusalemme». La festa celebra l’anniversario della riunificazione delle parti est (araba) e ovest (ebraica) della città, avvenuta nel 1967 al termine della Guerra dei Sei Giorni.
Secondo i quotidiani israeliani Ha’aretz e Jerusalem Post gli scontri sono iniziati quando due gruppi di ebrei sono entrati nel sito scortati dalla polizia. La prima parte della comitiva non ha avuto problemi. Alla vista della seconda i palestinesi hanno iniziato a tirare pietre. Lieve il bilancio: tre israeliani sono stati feriti in modo lieve e un ragazzo palestinese che si è avvicinato al gruppo è stato arrestato. Per disperdere i manifestanti le forze dell’ordine hanno dovuto usare granate e lacrimogeni. Dopo meno di un’ora la situazione è tornata sotto controllo. Per motivi di sicurezza, per tutto il resto della giornata di ieri, nella zona è stato vietato l’ingresso a musulmani con età inferiore a 45 anni.
Dura la reazione di Ramallah. Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ha chiamato in causa il governo di Gerusalemme e la comunità internazionale dicendo che «devono porre fine a queste violazioni pericolose e ingiustificate». La risposta del governo israeliano non si è fatta attendere. Il premier Ariel Sharon, nel suo discorso in occasione della «Giornata di Gerusalemme» ha dichiarato che la città «rimarrà capitale d’Israele per l’eternità». Più distensivo l’intervento del presidente Moshe Katzav, che ha assicurato la tutela di tutti i luoghi sacri, inclusi quelli di musulmani e cristiani.
La Spianata delle Moschee è il luogo sacro per eccellenza per la religione ebraica e il terzo per l’Islam, dopo La Mecca e Medina. Gli ebrei la visitano perché il muro di contenimento sul lato occidentale risale al tempi di Erode il Grande ed è noto in tutto il mondo come «Muro del Pianto». I musulmani venerano la zona perché, secondo la tradizione, proprio da questo luogo il profeta Maometto ascese al cielo verso Allah e qui è stata costruita la Moschea di Al-Aqsa.

La Spianata delle Moschee rappresenta anche un luogo quanto mai nevralgico per la storia del conflitto fra Israele e Palestina. Il 28 maggio 2000 una visita di Ariel Sharon, non ancora premier e all’opposizione, provocò lo scoppio della «Seconda Intifada».

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