Magari ritornassero a volte. Sempre. E i residenti sono esasperati, perchè «ormai stanno arrivando in un numero spropositato». La dimostrazione sono le fotografie di pochi giorni fa: tende e baracche di fortune sistemate lungo i binari. Le scale che sono state piazzare dai rom (e lasciate lì fisse, per non scomodarsi troppo) usate per scavalcare facilmente il muro tutte le sere. Il Cavalcavia Bacula è una terra di mezzo a pochi chilometri dal centro, croce delle amministrazioni. E teatro di un rimpallo tra Trenitalia e Poste Italiane che sono proprietarie dell’area, e il Comune che lancia continui ultimatum per la messa in sicurezza. «Ma almeno durante l’ex giunta Moratti gli sgomberi abusivi erano continui, bisogna puntare sulla prevenzione e il contenimento del fenomeno» afferma l’assessore alla Sicurezza della Provincia Stefano Bolognini. Che nei giorni scorsi ha indirizzato una lettera al sindaco Giuliano Pisapia e al questore Alessandro Marangoni. «Numerosi residenti della zona - scrive - mi segnalano che nelle aree adiacenti a viale dei Pioppi e al cavalcavia Bacula (lato via Colico) sono comparsi nuovamente numerosi piccoli insediamenti di nomadi con tende e baracche». Anche «sotto il cavalcavia e a ridosso dei binari della ferrovia sono sorte diverse abitazioni di fortuna». E da quando i nomadi si sono insediati, è la protesta dell’assessore leghista, «sono aumentati considerevolmente i furti e gli episodi di microcriminalità nella zona». Soprattutto nei supermercati, nei negozi e nelle diverse scuole della zona. «I furti e gli episodi di vandalismo sono cresciuti in modo preoccupante.
L’assessore della giunta Podestà chiede dunque a Comune e questura «lo sgombero immediato degli insediamenti abusivi in queste aree». Ma «poichè la zona è stata già liberata più volte e i rom sono sempre ricomparsi dopo breve tempo, sarebbe opportuno sollecitare nuovamente la proprietà alla messa in sicurezza dell'area e lasciare almeno per alcuni giorni una pattuglia fissa dei vigili e della Polizia di Stato, onde evitare nuove intrusioni». E «forse» sottolinea, anche «la presenza costante dei vigili di quartiere potrebbe agire da deterrente».
I nomadi fino a qualche tempo fa si sforzavano di scavalcare la cancellata di ferro, poi hanno divelto la rete lungo la massicciata della ferrovia e riescono ad entrare senza difficoltà per accamparsi lungo i binari. Hanno tende, carrelli della spesa carichi dei loro averi. E il degrado è aumentato in proporzione al numero. Quando i residenti lasciano la spazzatura ingombrante fuori dai condomini per la raccolta differenziata, «i rom aprono i sacchi per cercare qualcosa di utilizzabile e lasciano i rifiuti sparsi davanti ai palazzi», lamentano i residenti della Bovisa. «La situazione si è incancrenita - afferma Ivano Palladini a nome del comitato di quartiere -. Non si vede l’orizzonte di una soluzione e intanto aumentano i furti in negozi e super, il degrado, la gente ha paura. Torniamo a sollecitare il Comune, metta le proprietà intorno a un tavolo e fissi una data che sia questa volta un ultimatum vero». Ma gli agenti e i vigili pattugliano la zona? «Tenendo conto di quanto è successo alla Bovisa», il caso del vigile di quartiere Niccolò Savarino, travolto e ucciso a gennaio da un nomade alla guida di un suv, «non abbiamo visto cambiare radicalmente la situazione».
Un altro sos arriva dai residenti della zona 8.
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