da Milano
In netta controtendenza con il mercato di Piazza Affari, il titolo Capitalia ieri si è nuovamente infiammato, rimanendo per buona parte della seduta in vantaggio di oltre il 3% sulla vigilia, per poi chiudere a 7,08 euro, più 1,99%. Sono passati di mano oltre 76,5 milioni di pezzi pari al 2,95% del capitale. A riaccendere la speculazione sono state le nuove ondate di congetture sul riassetto dellazionariato dellistituto. È balzato alle cronache il nome del Credit Agricole, che è già partner di rilievo di Banca Intesa e di Deutsche bank: la sua banca daffari, Calyon, sarebbe già presente nel capitale di Capitalia con una quota sotto al 2%. Anche Banca Imi dovrebbe aver mantenuto una presenza rilevante, che era pari lo scorso anno a poco meno del 2%. Intanto tuttora vanno e vengono le ipotesi che riguardano linteresse di Banca Intesa, sempre considerata la principale «corteggiatrice» dellistituto romano. Di fronte alle voci insistenti di interesse Capitalia aveva già «messo le mani avanti» acquistando prudenzialmente un 2% del gruppo milanese, in chiara funzione antiscalata.
A Piazza Affari cè tuttavia, chi smorza le ipotesi più fantasiose. «Mi sembra si tratti soprattutto di acquisti speculativi oppure legati a derivati, opzioni put e call - ha detto ieri loperatore di una primaria Sim -. Credo che chi volesse comprare per eventuali operazioni di merger lo abbia già fatto: a questi prezzi il titolo è caro», spiega il sales di una primaria sim estera.
Intanto un cda straordinario della banca romana ha integrato con una relazione l'ordine del giorno dell'assemblea convocata per il 19 e 20 aprile. Come richiesto da un regolamento del ministero dell'Economia e dalla Vigilanza, nel caso in cui un membro del vertice di un istituto sia colpito da interdizione (è il caso del presidente di Capitalia, Cesare Geronzi) la prima assemblea utile si deve pronunciare sulla sua eventuale revoca.
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