Tornano le «zittelle» di Landolfi

Panici porta in scena il romanzo «Il custode dell’acqua», mentre la Crippa canta le ferite del Sudamerica

Laura Novelli

Dopo «L’Arlecchino servitore di due padroni» proposto al Valle qualche tempo fa, arriva a Roma un’altra storica regia di Giorgio Strehler che vede il Piccolo di Milano perseguire con successo quella volontà di rendere omaggio alla grande arte del maestro triestino, scomparso nel ’96, per ribadire non solo la perizia tecnica e registica che la connota quanto la poesia umanissima e universale di cui è pervasa. Ecco dunque che da questa sera, all’Argentina, il pubblico capitolino potrà assistere alla ripresa del Temporale di August Strindberg, diretto da Strehler nel ’79/80 e «ricomposto» ora da Enrico D’Amato per un cast di pregevole livello. A far rivivere in scena questa moderna storia di scosse emotive, sentimenti contrastanti e dolorosi viaggio dell’anima ci sono, infatti, Franco Graziosi, Giulia Lazzarini, Umberto Ceriani, Piero Mazzarella, Gaia Zoppi, Laura Pasetti e altri ottimi attori. Il lavoro, già molto apprezzato in giro per la Penisola, rimarrà in cartellone fino a domenica 14.
Ritorno quanto mai gradito è poi quello di Anna Marchesini nei panni delle anziane sorelle Lilla e Nena, protagoniste del romanzo Le due zittelle di Tommaso Landolfi che la stessa interprete (anche regista) ha riscritto in forma di monologo garantendosi una partitura di profili umani e di sfumature psicologiche quanto mai varia, dove la vicenda grottesca e surreale descritta nel libro (l’arrivo improvviso di una «scimia» scuote la vita di un tranquillo convento facendo emergere il bigottismo di una provincia italiana fin troppo gretta) si piega ad una straordinaria prova d’attrice. Arricchita dai bei costumi di Santuzza Calì e dalle scene di Carmelo Giammello, la pièce della Marchesini ha debuttato al Valle ieri sera e resterà in scena fino al 28 maggio.
È declinato interamente al femminile pure il lavoro atteso al Piccolo Eliseo sempre per stasera. Lavoro che mette insieme le doti interpretative e canore di Maddalena Crippa (coautrice insieme con Letizia Quintavalla) in un collage di musica e parole intitolato A Sud dell’alma e dedicato alla vitalità, alle contraddizioni, al sole, al mare, alle ferite del Sudamerica. Testi di Neruda, Ramirez, Viglietti e altri autori scandiscono un percorso di memoria e suggestione (anche) personale lungo il quale la brava attrice/cantante, accompagnata dal vivo da un quartetto di solisti, si lascia andare alla sua stessa necessità di dire e di cantare, alla sua voglia di esprimere attraverso il corpo e la voce un mondo e un immaginario cari (repliche fino al 14).
Attinge invece alla letteratura italiana contemporanea Il custode dell’acqua, lo spettacolo che Maurizio Panici ha tratto dall’omonimo romanzo di Franco Scaglia (premio Supercampiello 2002) e in programma al teatro India fino a domenica 7.

Al centro della vicenda c’è la figura di don Matteo (la interpreta Maurizio Donadoni), un frate francescano archeologo al quale viene affiato il compito di vigilare su un misterioso progetto teso a ripristinare la pace in Terra Santa. «È una storia di tutti quegli uomini - spiega il regista - che concorrono a un processo di pace e di integrazione fra culture diverse cercando di rendere migliore un mondo diviso e impoverito».

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