Dicono che i Guardiani della Rivoluzione labbiano notata subito tra la folla. Sotto al velo occhi verdi - truccati - e tacchi alti, vezzi dei suoi 28 anni, a tradire la voglia di spensieratezza e il sogno di libertà. Taraneh era scesa in piazza per dire no ai brogli, per protestare contro il voto falsato del candidato-presidente Mahmoud Ahmadinejad. Lì lhanno notata i basiji. E lì i suoi amici lhanno vista per lultima volta. Lultima volta prima che Taraneh diventasse la nuova martire iraniana.
Lhanno ribattezzata la nuova Neda. Anche lei donna, anche lei simbolo della ribellione, anche lei vittima della repressione. Da quel giorno - era il 28 giugno - dal momento in cui ha deciso di sfidare il regime, di lei non si è saputo più nulla. Fino a quando il suo corpo è stato trovato carbonizzato in una zona sperduta tra Karaj e Qazvin. Prima di quella fine agghiacciante il carcere, le torture e gli stupri ripetuti dei miliziani.
Ha parcheggiato la sua auto a pochi passi dalla moschea di Ghoba, Taraneh. Quel 28 giugno ha affrontato i gas lacrimogeni insieme con cinquemila manifestanti pacifici nel giorno della commemorazione dellayatollah Mohammad, loccasione per poter scendere in strada e contestare limprobabile rielezione di Ahmadinejad. Lhanno arrestata quella sera e non cè voluto molto perché i suoi aguzzini fossero conquistati dal suo sguardo e dalla sua bellezza. Che però hanno acuito il loro disprezzo per il suo coraggio. Taraneh è stata rinchiusa nel carcere di Evin dai paramilitari basiji e mai consegnata alla polizia. Lì - hanno raccontato alcuni testimoni citati dal quotidiano spagnolo Abc - «è stata torturata e violentata selvaggiamente e in gruppo per vari giorni». Una vecchia abitudine di cui il regime si serve anche per umiliare gli oppositori maschi.
Tre settimane dopo la sua scomparsa, a casa di Taraneh arriva una chiamata. Una voce anonima avverte: la ragazza si trova in ospedale, allImam Khomeini di Karaj, a nord della capitale. I genitori si precipitano. Ma il loro viaggio è un buco nellacqua. Carico di sospetti e omissioni. Il nome di Taraneh non figura nel registro delle persone ricoverate. Solo uninfermiera conferma che una giovane donna in coma, la cui descrizione somiglia molto a quella di Taraneh, è stata trasportata qualche giorno prima in ospedale dai basiji. «Ferite allano e problemi allutero», ha raccontato un altro testimone. Ma passano meno di due ore e gli stessi basiji la portano via.
Il sospetto peggiore prende corpo: Taraneh è stata violentata dai Guardiani della rivoluzione e il suo corpo bruciato per non lasciare alcuna traccia delle violenze. Eppure la famiglia tace. Nessun funerale pubblico, ha dichiarato. Il dramma di Taraneh va tenuto fra quelle quattro mura. Ma i blogger che hanno rilanciato la storia di questa giovane eroina iraniana hanno pochi dubbi: gli uomini della sicurezza di regime sono intervenuti per chiudere la bocca ai familiari, rubando loro anche la libertà di spendere in pubblico le ultime lacrime per la loro bimba.
Taraneh se ne va così, come tanti altri suoi coetanei in lotta per la libertà. Se ne va come Neda, ma senza lasciare al mondo limmagine immortale dei suoi ultimi momenti. Se ne va e lascia al mondo solo quella foto, i suoi occhi determinati e il suo bel viso. E cè chi la considera persino più fortunata di quei giovani che hanno subìto le violenze dei miliziani ma non ha perso la vita.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.