Torturati e uccisi in carcere due membri del Falun Gong, gruppo religioso «illegale»

Sono morti per le torture subite in carcere due membri del movimento spirituale cinese Falun Gong, ritenuto fuori legge da Pechino. Il fatto è avvenuto nella provincia dello Shandong a luglio, come riferisce lo stesso gruppo. Stime dello stesso Falun Gong parlano di oltre ottomila arresti tra i suoi seguaci nell’ultimo mese, tutti commissionati da Pechino per evitare qualsiasi tipo di protesta durante le Olimpiadi.
Zhong Zhenfu, 58 anni, sarebbe morto per le ferite riportate mentre era in custodia della polizia che lo aveva arrestato a Pingdu a maggio. Liu Xiumei, una donna di Zhucheng, sempre nello Shandong, è finita in carcere a luglio ed è morta appena 17 giorni dopo. Il comunicato diffuso dal Falun Gong non fornisce ulteriori dettagli. Interpellati a riguardo dalle agenzie di stampa internazionali, i funzionari provinciali hanno scelto di non commentare.
I seguaci della Falun Gong praticano meditazione ed esercizi fisici ispirati alle tradizioni buddista e taoista.

Il 25 aprile del 1999 oltre 10 mila adepti manifestarono a Pechino contro la violazione dei loro diritti. Pochi mesi dopo scattò una feroce persecuzione contro il gruppo, che allora aveva in Cina circa 100 milioni di sostenitori ed era stato bollato come «una minaccia per la stabilità sociale e politica».

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