Da Totti a Magnini, lo spot monetizza lo sport

Contratti pubblicitari milionari per gli azzurri campioni del mondo, anche se molti stanno a guardare. Il record di Ronaldinho: sponsor da 16 milioni

Life is now: lo dicono Totti e Gattuso, ma vale per tanti. Dipende da quale «life» si intenda. La vita di quelli che fanno pubblicità sta prendendo bella forma. Se vinci: life is now. Sennò resta quella di George Clooney: no Martini, no party. Vincere aiuta, non solo a diventare famosi ma a rendere migliore la vita. Da qualche tempo gli azzurri che contano (nel senso dei risultati) ci stanno assediando. Bisogna concederglielo, la vita è breve per far soldi con gli sponsor e con tutto quanto fa montepremi.
Prendete i campioni del mondo del calcio. Si sono spartiti la torta in pochi, è vero, ma che torta! Gattuso e Totti sono diventati interpreti quasi ossessionanti (magari ossessionati) degli spot telefonici. L’ultimo Toni fa a gara con Adriano in un video gioco. Ma quello precedente è stato condimento per tante salse pubblicitarie: dall’abbigliamento ai portacellulari che poi, tirando le somme, valgono almeno 500 mila euro di bonus nel portafoglio. Cannavaro, Pirlo e i soliti noti (Gattuso e Totti) se la sono spassata con gli spot di Sky. Buffon ogni tanto ci inonda con il suo sorriso che conquista. Del Piero era un benemerito dello spot, ancor prima di conquistare il campionato del mondo (un giro da 4-5 milioni, non noccioline).
Tutti insieme appssionatamente, dai teleschermi o dalle foto sui giornali, ci mostrano sorrisi d’oro che valgono tra i 7 e i 9 milioni di euro. Si dirà: cosa volete che sia in confronto a Ronaldinho che da solo incassa 16 milioni di euro in spot e affini? Anzi, ogni spot gli vale un milione di euro ed ora sta spopolando in Cina, pubblicizzando un computer. Giusto, ma in Italia non ci eravamo abituati, soprattutto non lo erano gli atleti.
Quelli del calcio tirano il gruppo, ma quelli che vincono (atletica, nuoto, pallavolo, sci) cominciano a piacere e a far soldi. Spiccioli rispetto ai pedatori. Ma sempre graditi e gradevoli. Ed allora Rosolino balla con le stelle, che poi è una formula indiretta di pubblicità progresso nei guadagni. Magnini e la Filippi, siluri d’oro dell’acqua, si sono fatti ingaggiare dalla Buena Vista Home per pubblicizzare «La Sirenetta». La Pellegrini e il pluridecorato Magnini ogni tanto spuntano in qualche apparizione televisiva. Ciascuno ha aumentato il cachet per ogni performance, anche sportiva. Margherita Granbassi, campionessa del fioretto, è stata testimonial della Lancia. Stefano Baldini ha monetizzato le sue trionfali maratone scrivendo un libro come Valentina Vezzali, e con un po’ di comparsate tra Tv e feste.
Gli atleti piacciono perchè sono un simbolo di freschezza, gioventù, pulizia, dicono i pubblicitari. I reduci da Calciopoli non risponderebbero a certi requisiti. Ma è pur vero che i calciatori fanno sempre storia a sé. Con una strana eccezione: quasi la metà dei giocatori della spedizione mondiale hanno sentito soltanto il profumo della gloria, non quello dei danari.

Amelia e Barzagli, Grosso, Oddo, Zaccardo, Barone, Camoranesi, Perrotta, Iaquinta, Inzaghi e Peruzzi hanno addentato poco e niente della torta pubblicitaria. E quando vedono Totti e Gattuso che ammiccano con il loro Life is now, si domandano: di quale vita parlano?

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