Un tour di 4 mesi nei quartieri che adesso aspettano soluzioni

A Chinatown l’ex ministro ha garantito più controlli e nei mercati più sicurezza

Chiara Campo

Il tour era iniziato da via Paolo Sarpi, la Chinatown milanese. Una passeggiata con l’associazione ViviSarpi, ma anche l’incontro col rappresentante dei commercianti cinesi. Era il 30 gennaio. Il giorno dopo, era tra la gente che fa la spesa al mercato di via Papiniano; una settimana dopo in piazza Prealpi, al confine con Quarto Oggiaro. Poi al bar tabacchi della signora Anna in via Montello, allo stabile comunale di Cassina Anna, al centro anziani di via Trasimeno. Quasi 4 mesi a scarpinare tra i quartieri, prendendo nota dei problemi, provando a trovare soluzioni che ora, alle redini del Comune, Letizia Moratti dovrà cercare di mettere in atto. I cittadini che l’hanno incontrata, c’è da giurarci, l’aspettano al varco.
La minoranza milanese rimasta a difendere il quartiere cinese di via Paolo Sarpi è stanca dell’illegalità, e si aspetta che le promesse siano tradotte in realtà. «Basta ingrosso e illegalità», aveva detto la Moratti a fine gennaio. «Farà parte dei miei 100 progetti per la città - proseguiva - il piano per la delocalizzazione graduale del commercio all’ingrosso». L’allora candidata aveva insistito sull’integrazione «che non dev’essere sopraffazione. Ormai ci sono solo negozi all’ingrosso, bisogna far tornare il quartiere vivibile per i cittadini». Tra i banchi di frutta e verdura, i residenti e gli ambulanti di viale Papiniano hanno denunciato invece alla la fame di parcheggi, sicurezza, pulizia delle strade, lotta all’abusivismo. «Problemi che esistono e vanno risolti», ha detto allora. Come? «Autogestione da parte dei commercianti regolari, e non solo a Papiniano ma in tutti i mercati comunali». Anche la raccolta dei rifiuti verrà riorganizzata con punti di raccolta dove depositarli già durante la giornata, riducendo il disagio dei residenti che oggi devono sopportare cumuli di spazzatura fino a tarda sera. All’Ortomercato, invece, «dovrà cambiare tutto, bisognerà trasformarlo in una piattaforma a livello internazionale del made in Italy, facilitando anche le aperture al pubblico. Più controlli anti-abusivi e igienico-sanitari».
Villapizzone, al confine con Quarto Oggiaro, è il quartiere in cui vivono più anziani. Qui - ma non solo - gli over 65 le hanno chiesto soprattutto aiuto per continuare a vivere in famiglia o nelle proprie case. «Le esperienze dei portierati sociali e dei custodi socio-sanitari - ha garantito Moratti - saranno proseguite e rafforzate, anche coinvolgendo il volontariato. E le iniziative culturali nei quartieri vanno valorizzate».
In località Trenno, la candidata sindaco incontrò gli agricoltori milanesi. Il problema: Palazzo Marino è proprietario di circa il 30% delle aree coltivate, ma la concessione oggi dura al massimo 3 anni, pochi per programmare iniziative a lungo termine, ammortizzare gli investimenti, pensare di costruire agriturismi. Soluzione: «La convenzione - spiegava Moratti - diventerà più lunga e aumenteremo la percentuale di verde agricolo». I benzinai della zona 6, invece, sono stati spesso vittime di rapine e aggressioni: chiedono più protezione e avranno, è l’impegno del sindaco, «fondi per dotarsi di impianti di sicurezza».


Non hanno confini da fissare sulla cartina della città altre battaglie che la Moratti ha promesso di vincere in tempi di campagna elettorale: la pulizia gratuita di mille palazzi nei primi 100 giorni di governo, ad esempio; 50 pediatri in più in 5 anni, perchè «in zone come Ponte Lambro non ce ne sono»; poi marciapiedi più stretti, un prezzo massimo per le case di edilizia convenzionata, centri benessere per gli anziani e grandi eventi gratis per i giovani, mezzi pubblici 24 ore su 24 nel weekend. Ora la città aspetta.

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