Toyota mette a confronto gli esperti sulla sicurezza stradale

RomaL’Europa si era posta un traguardo ambizioso, quello di dimezzare il numero dei decessi da incidenti stradali tra il 2001 e il 2010, e l’Italia è nelle condizioni di poter centrare l’obiettivo. Il 50% è stato già raggiunto dal Lussemburgo e sfiorato da Francia, Portogallo, Spagna, mentre il nostro Paese (230mila sinistri con 325mila feriti) è lì, nella classifica dei più virtuosi, considerando pure i dati del primo trimestre 2009, che lo danno tendenzialmente sotto quota 5mila (3.500 meno del 2001). Sono dati emersi durante il convegno nazionale sulla sicurezza stradale ospitato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e organizzato dal Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti, con Toyota partner tecnico. La casa giapponese da tempo sostiene i programmi di ricerca applicata Etsc, di valutazione delle strade EuroRap e di sensibilizzazione sui pericoli al volante Top-25.
Per quest’ultima iniziativa, ha in attività un laboratorio-simulatore di guida, una cupola mobile al cui interno si monitorano continuamente le condizioni psicofisiche dei conducenti di una sperimentale e statica Lexus Is. L’esposizione di numeri e percentuali, tabelle e grafici ha illustrato i temi del convegno. «Grazie a una serie di interventi strutturali e normativi - ha sottolineato Maurizio Coppo (Consulta sulla sicurezza stradale) - nel 2007 l’Italia ha fatto registrare la più significativa riduzione di morti nell’Ue-15. Per migliorare ancora i risultati, occorre tener conto della diversità territoriale (nelle aree urbane si concentra la metà delle vittime da incidenti), dell’utenza debole (pedoni, ciclisti e scooteristi) e del rilancio della patente a punti (non più da reintegrare, raccomanda l’Associazione familiari vittime della strada)». Marco Popolizio, dirigente Etsc, ha confermato che «velocità, alcol, droga, cinture e semaforo rosso sono le voci che contribuiscono per il 76% al verificarsi di un esito mortale. Inoltre, il rischio di perdere la vita in un incidente è di 18 volte maggiore per chi va sulle due ruote, a pedali o a motore». Per Sergio Dondolini, direttore generale al Ministero, «si deve continuare sulla strada intrapresa, cercando di migliorare sempre più il coordinamento e l’efficacia degli interventi. Intanto, il numero dei decessi sta diminuendo mediamente di 500 unità l’anno».
Pietro Marturano, sempre del ministero, ha auspicato un più elevato numero di controlli «in un Paese dove sono attive 35,5 milioni di patenti e annualmente si registrano 12,4 milioni di infrazioni e 50 milioni di punti detratti». È stato calcolato che la possibilità di incidente aumenta di tre volte anche se si usa il telefonino con auricolare, addirittura di cinque volte senza.


Alcune aree sensibili da approfondire ulteriormente sono quelle relative alle metodologie di contrasto, soprattutto all’uso di sostanze stupefacenti. Priorità per il futuro? Il rinnovo integrale del Codice della strada, la sicurezza dei bambini e l’adeguamento della rete viaria (il passante di Mestre ha già ridotto del 60% la sinistrosità).

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