Tps ammette: il Pil rallenta «Difficili i prossimi sei mesi»

da Roma

I ministri finanziari europei riuniti a Bruxelles, pur preoccupati dall’andamento dei mercati, non vedono il rischio di un collasso finanziario globale. «Rispetto agli Stati Uniti - spiega il presidente dell’Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Junker - l’Europa ha fondamentali molto più solidi. Dopo il taglio dei tassi Usa, i mercati si sono calmati, ma dovremo vedere come va nei prossimi giorni». Il commissario all’Economia, Jaquin Almunia, ricorda che «non si sta parlando di una recessione mondiale, ma dei rischi di recessione negli Usa», e tuttavia annuncia che in febbraio le stime di crescita europee saranno riviste al ribasso, come conseguenza della crisi dei mercati finanziari.
Il rallentamento delle economie europee è già in atto. Per l’Italia, il 2008 vedrà una crescita intorno all’1%, come previsto dall’ultimo Bollettino economico della nostra Banca centrale. «La stima della Banca d’Italia - ammette Tommaso Padoa-Schioppa - è più aggiornata rispetto a quella del governo». Ma anche in presenza di una forte frenata dell’economia, in Italia «è possibile recuperare produttività», sostiene il ministro. E conferma che la situazione delle banche italiane è «molto rassicurante, perché esposte in maniera minima sul fronte dei mutui subprime».
Secondo Padoa-Schioppa, il ribasso dei tassi deciso dalla Riserva federale americana è «molto forte, quasi senza precedenti per le sue dimensioni». I prossimi sei mesi saranno comunque «difficili», caratterizzati da «turbolenze finanziarie». La caduta dei mercati azionari, così come la crisi dei mutui subprime, sono «episodi frutto di squilibri strutturali che si trascinano da tempo; è come un tessuto che, sottoposto a forti tensioni da tempo, ora si strappa. Quella americana è un’economia che vive sopra i propri mezzi». Tutto ciò non significa che mancheranno ripercussioni sull’economia europea. Proprio per questi motivi «Tps» non vorrebbe interrompere quello che definisce il percorso di risanamento della nostra finanza pubblica.

«Almunia ha detto che l’Italia si avvia verso l’uscita dalla procedura di inflazione per deficit eccessivo», dice. «Ma io - conclude con una battuta, riferendosi alla situazione politica - non ho un posto di lavoro sicuro: da pensionato sono ritornato precario».

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