Di vizi, Renato Vallanzasca ne ha smessi tanti, ma ne è rimasto uno che, come il lupo del proverbio, non ha mai perso: le donne. E per questo è finito nei guai, perdendo, almeno temporaneamente, i permessi di uscita da Bollate. Adesso la direzione del carcere dovrà infatti decifrare la sua reale situazione sentimentale per «rimodulare» percorsi e orari di libera uscita.
Su Vallanzasca, 61 anni a maggio, ormai si sono spesi fiumi di inchiostro, una vita spericolata, costellata da rapine milionarie e sequestri di persona. E omicidi, tanti, forse qualcuno di più per i quali è stato condannato. La sua avventura criminale inizia nel 1958 quando cerca di far uscire una tigre dallo zoo accampato vicino casa e finisce al carcere minorile Beccaria. Negli anni Sessanta organizza una delle più attive batterie di rapinatori, la «banca della Comasina». Fino a quando nel 1972 non viene arrestato dal capo della squadra mobile Achille Serra. Seguono 4 anni e mezzo di detenzione, con risse, rivolte, pestaggi, che lo portano a girare 36 penitenziari, fino all’evasione del ’76. Segue un anno folle, tra sparatorie e delitti, l’ultimo due agenti uccisi durante un conflitto a fuoco in cui viene ferito gravemente, fino all’arresto a Roma. Da allora rimarrà sempre in carcere, salvo le poche settimane seguite all’evasione del 18 luglio 1987 dal traghetto che da Genova doveva portarlo all’Asinara.
Seguono dunque anni da «sepolto vivo» che non scalfiscono il fascino che il «bel René», soprannome da lui detestato, esercita sulle donne. Tanto da usarlo nel 1995 per organizzare un nuovo tentativo di evasione usando una avvocatessa sedotta dal suo sguardo magnetico. In carcere riceve centinaia di lettere di ammiratrici. Ne sposa una da cui divorzia per convolare poi a nozze con l’amica d’infanzia Antonella D’Agostino. Nel frattempo gli vanno in giudicato una serie di condanne per un totale di 4 ergastoli e 290 anni.
All’inizio degli anni Duemila Vallanzasca, provato dalle sue stesse scelleratezze, si «arrende allo Stato» e chiede pietà: nel 2005 formalizza la domanda di grazia, respinta nel 2007. Dal 2010 comincia usufruire di permessi per uscire al mattino, andare a lavorare e quindi tornare alla sera in carcere. Tutto fila più o meno liscio, fino a quando qualche settimana fa incontra una donna misteriosa, di lei si conoscono solo le iniziali S.R., con cui inizia una rapporto sentimentale. Ma commette l’errore di nascondere la relazione alla moglie. Difficile per un marito «normale», impossibile per un semilibero che deve rendere conto di orari e spostamenti. Che a un certo punto non tornano più. Una rapida indagine consente alla polizia penitenziaria di scoprire le irregolarità di Vallanzasca dovute si a una doppia vita, ma affettiva. Così 15 giorni fa i permessi vengono revocati e il «bel René» torna in carcere.
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