«Un uomo può vivere bene ed essere sano senza che uccida animali per il suo nutrimento; ma se egli continua a mangiare carne, allora egli contribuisce alla macellazione degli animali solo per la gratificazione del suo palato. E agire in questo modo è immorale». È così semplice e indubitabile che è impossibile non essere d'accordo. Ma poiché molte persone mangiano carne, la gente, nel sentire l'affermazione citata, ne ammette la correttezza; però, sorridendo, aggiunge subito: «Purtuttavia, una bella bistecca è anch'essa una cosa buona; e stasera avrò il piacere di mangiarne una!».
Nello stesso identico modo si comportano gli ufficiali e i funzionari riguardo agli argomenti sull'incompatibilità tra cristianesimo e umanitarismo con il servizio militare e civile. «Certo che è vero» diranno «ma è pur bello indossare uniforme e spalline, che è anche quello che ci dà accesso a qualsiasi ambiente facendoci sentire rispettati; ed è ancor meglio sapere che, qualsiasi cosa accada, il mio salario viene pagato puntualmente e accuratamente il primo di ogni mese. Dunque, sebbene ammetta che la tua affermazione sia corretta, preferisco continuare il mio servizio e cercare di ottenere un aumento di salario e una buona pensione».
Quanto detto sulla carne è certamente indiscutibile, però un uomo non ha bisogno di uccidere da sé un bue per avere una bistecca. L'animale è già stato ucciso da qualcun altro. Né ha bisogno di riscuotere da sé le tasse o che uccida delle persone le tasse sono già raccolte da qualcun altro e un esercito regolare esiste già. E poi, la maggior parte delle persone non ha ancora sentito una tale visione delle cose, e non sa che è sbagliato agire in determinati modi. Così dunque, per il presente, non c'è alcun bisogno di rifiutare una bella bistecca, una divisa, delle decorazioni che danno accesso ad ambienti tanto piacevoli e soprattutto uno stipendio mensile puntualmente corrisposto. «E per quanto riguarda il resto, vedremo che fare.»
Lettera a Eugen Heinrich Schmitt, 12 ottobre 1896
Non parlo del regime vegetariano, che da più di vent'anni non ho mai volontariamente, scientemente infranto e la cui osservanza non mi costa e non mi priva alcunché del mondo. È attraverso la vostra lettera che ho appreso che durante la mia malattia sono stato ingannato e mi sono state preparate delle zuppe con brodi di carne.
Lettera inviata da Jasnaja Poljana a G.P. Degterenko,20 agosto 1902
Lei ha perfettamente ragione: se ci si rifiuta di uccidere volontariamente degli esseri viventi, non si dovrebbe utilizzare, nemmeno per vestirsi, parti dei loro corpi come pelle o pelliccia.Che io porti una cintura di cuoio, stivali di cuoio e perfino un copricapo di pelliccia non significa assolutamente che reputi ciò una buona cosa, ma unicamente che, a dispetto del fatto che sarebbe meglio non portare dei vestiti di cuoio o di pelliccia, sono ancora così lontano dalla perfezione.
Non soltanto per quanto riguarda l'utilizzo di corpi di creature uccise, ma in altri domini ben più importanti, su cui trovo più giudizioso concentrare i miei sforzi per migliorare la mia vita da un punto di vista morale, sulla correzione dei miei numerosi altri difetti, ben più gravi di quello di portare vestiti di cuoio o pelliccia.Lettera da Jasnaja Poljanaa K.I. Moutsenek, 6 novembre 1909
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