Il profilo dei monti sul lago, le passeggiate lungo le vie acciottolate, il profumo dell' «olea fragrans» che tutt'oggi avvolge il borgo di Bellagio: per Franz Liszt furono queste, insieme all'amore di Marie D'Agoult, le maggiori «consolazioni» ben oltre le note delle sue celebri omonime composizioni. «Non conosco luogo più manifestatamente benedetto dal cielo», scriveva il compositore. Sul Lario il musicista ungherese trascorse un breve ma intenso periodo della sua vita. D'amore, viaggio e creatività. A ricordarlo fino a pochi anni fa una stele di fronte alla villa dove soggiornò. L'ingresso affaccia su una delle scalinate più celebri della «perla del Lario» ma è quasi nascosto dalle vetrine dei negozi, dai carrelli delle cartoline e dal guazzabuglio dei turisti intenti a cogliere una foto in più. Forse a Listz sarebbe piaciuto questo anonimato dato che sul lago giunse nell'estate del 1837 in incognito, durante una viaggio di fuga e amore con la compagna Marie. Nessuno lo riconobbe dapprincipio: non l'oste, non il pescatore che lento gettava le sue reti mentre Franz lo osservava nelle sue passeggiate. «Galeotto» fu un concerto a Milano: le foto sui giornali, per lui che era già una «star», non sfuggirono ai bellagini che cominciarono a notare una sfacciata somiglianza fra quello che era ormai uno dei pianisti più famosi al mondo e il loro nuovo, schivo, «inquilino». Oggi ci accontentiamo di inseguire George Clooney ed Elisabetta Canalis: la musica è davvero cambiata? A risollevare toni e note ha pensato un festival, «Liszt Mania», nato tre anni fa e pronto alla celebrazione, con l'edizione 2011, del bicentenario della nascita, a Raiding, in Ungheria, del compositore.
La mania per Liszt e la volontà di recuperare percorsi musicali e turistici legati al soggiorno lariano del compositore è così finalmente scoppiata grazie alla professionalità e all'entusiasmo di Rossella Spinosa. Clavicembalista, compositrice e performer, presidente del Centro di Musica contemporanea di Milano, Spinosa ha gettato il cuore oltre l'ostacolo e l'oblio. Il Comune con, per ora, pochi altri sponsor, ha fatto il miracolo e sta ripristinando i percorsi amati dal compositore, sia quelli più noti, come i giardini di Villa Melzi dove Liszt amava comporre all'ombra dei platani, sia quelli meno noti, lungo i quali tentava di sfuggire ormai ai curiosi che lo inseguivano. Quanto alla musica, lo scorso anno sul lago giunse anche Louis Bacalov, maestro e collega di Spinosa. Quest'anno la formula prevede grandi interpreti ma anche particolare attenzione agli esordienti: «Consideriamo questa terza edizione la prova generale per il 2011», spiega Spinosa, «Vorremmo fare di Bellagio un centro per la valorizzazione della musica colta rivolta però al grande pubblico, partendo proprio da questo illustre suo cittadino». Bellagio come una piccola Salisburgo? L'obiettivo è alla portata: ci sono i concerti al tramonto, nei giardini della biblioteca (alle 21). Quello di stasera, per esempio, prevede l'esecuzione di musiche di Morricone, Rota e Piovani da parte dei Solisti lombardi. Sabato invece tocca alla viola di Maurizio Barbetti e alla chitarra di Francesco Cuoghi reinterpretare il Romanticismo con musiche che da Rossini arrivano a carezzare Piazzolla.
Domani, nella chiesa dei Cappuccini alla 21, arriva una delle star: è Riccardo Arrighini cui è stato affidato il compito di rileggere, con le sue improvvisazioni pianistiche, Chopin, grande amico e sodale di Liszt, in chiave jazz.
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