Transizione energetica

Le 10 mosse per tagliare le importazioni del gas russo

Azioni importanti e durature per tagliare le forniture del gas russo vanno operate immediatamente: ecco il decalogo dei consigli per risparmiare fino al 50% sulle importazioni

Le 10 mosse per tagliare le importazioni del gas russo

La guerra tra Russia e Ucraina non riguarda soltanto le due nazioni ma l'intera Europa, specialmente per quanto riguarda le forniture del gas russo. L'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) ha messo in piedi un decalogo per cercare di dipendere sempre meno dai russi e tagliarne le importazioni.

Le 10 azioni consigliate

Le 10 mosse andrebbero compiute immediatamente per consentire i tagli entro un anno: le prime due riguardano il privato cittadino e le aziende. Nel primo caso, si dovrebbe abbassare di un grado il riscaldamento domestico e degli uffici con un risparmio certo di almeno il 7% dei gas, nel secondo si dovrebbero autorizzare tasse provvisorie sui profitti supplementari degli operatori del mercato energia (dal carbone al nucleare, dall'energia idroelettrica alle altre energie rinnovabili). Le altre 8, invece, sono state illustrate durante una conferenza alla presenza dell'Aie Fatih Birol, della commissaria europea Kadri Simson e della ministra francese alla transizione ecologica, Barbara Pompili. Innanzitutto, al primo posto una misura ovvia è quella di non firmare più contratti con la Russia per la fornitura di gas; subito dopo c'è il consiglio di diversificare le forniture e al terzo posto l'introduzione degli obblighi minimi di stoccaggio nazionale come verrà proposto dall'Unione Europea nei prossimi giorni.

Dal quarto all'ottavo posto troviamo l'accelerazione sui nuovi progetti eolici e solari, la massimizzazione della produzione delle bioenergie e del nucleare; accelerare la sostituzione delle caldaie a gas con le pompe di calore (risparmio fino a 1miliardo di metri cubi di gas); intervenire maggiormente per l'efficienza energetica negli edifici e nell'industria e, infine, "compiere sforzi per gestire stagionalità e picchi di consumo in modo da allentare i forti legami tra l'approvvigionamento di gas e dell'elettricità in Europa", come viene riportato da Repubblica.

"Ridurre dipendenza dai russi"

"L'atto di guerra della Russia nei confronti dell'Ucraina ha fatto definitivamente emergere il consenso circa la necessità di ridurre la dipendenza dal gas russo", affermano gli autori al quotidiano. In questo momento, l'Europa è "nuda" di fronte alla dipendenza di gas e petrolio rendendo tutte le nazioni vulnerabili ed esposte al cambiamento repentino dei prezzi, agli shock delle forniture e ai rischi per la sicurezza "alimentando al contempo regimi antidemocratici". Se verranno messi in campo i consigli appena descritti, dicono gli esperti, si può risparmiare fino al 50% sulle importazioni dalla Russia riducendo i consumi collettivi "di circa 15 miliardi di metri cubi nel corso dell'anno, equivalente a un risparmio di 14,5 miliardi di euro l'anno sulle importazioni russe a costi attuali". Sfruttando le infrastutture esistenti in Italia, si "riuscirebbe a gestire l'interruzione del gas russo nel corso dell'anno".

I risparmi da elettrico e fotovoltaico

Oltre ai 10 punti di cui abbiamo parlato, c'è un'altra infinità di cose per arrivare all'obiettivo di chiudere i rubinetti russi e limitarli notevolmente: un risparmio del 10% sull'elettricità, ad esempio, equivale alla riduzione di 3 miliardi di metri cubi di gas. Sviluppare una rete di fonti rinnovabili in questo settore farebbe ridurre i consumi di altri due miliardi di metri cubi annui. Come abbiamo visto sul Giornale.it, impiantare il fotovoltaico sugli edifici farebbe risparmiare annualmente ben 1,2 miliardi di metri cubi di gas e aumentare l'efficienza energetica anche nel settore industriale equivale a un risparmio del 10%, in soldoni si tratta di un miliardo di metri cubi.

Infine, si può fare molto anche sui trasporti, cercando di risparmiare mezzo miliardo di metri cubi di gas eliminando gli sconti fiscali "garantiti ai consumi di gas per la mobilità i cui benefici in termini energetici e ambientali sono di poco peso".

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