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Transizione energetica

Il maxi-piano di Snam: 23 miliardi di investimenti per la svolta green

Snam pensa in grande e vuole essere protagonista della transizione energetica. Il gruppo di San Donato Milanese svela un ambizioso piano strategico che guarda lontano.

Il maxi-piano di Snam: 23 miliardi di investimenti per la svolta green

Un piano ambizioso che come obiettivo ultimo guarda alla fine del decennio puntando con forza sulla transizione energetica. Nel suo nuovo piano strategico annunciato ieri Snam non si nasconde e pensa in un’ottica di medio-lungo periodo con l’obiettivo chiaro di potenziare il suo ruolo come azienda protagonista nei mercati energetici nell’era della svolta verso il green.

Il gruppo di San Donato Milanese mira al tempo stesso a crescere come attore industriale e dei servizi, a diversificare il suo business, a contribuire allo sviluppo di un’economia più sostenibile e a risultare un acceleratore per la transizione energetica. Nuove infrastrutture per trasporto e stoccaggio del gas, ma anche idrogeno e biometano saranno parte integrante del piano strategico di Snam.

Un piano di crescita ambizioso per Snam

Snam prevede di investire 23 miliardi di euro entro il 2030 evolvendo da azienda di infrastrutture del gas in società di infrastrutture energetiche green. Tra il 2021 e il 2025 sono previsti 8,1 miliardi di investimenti (700 milioni in più rispetto al piano precedente al 2024) destinati a generare, nell’ottica del management, significativi impatti economici: tra il 2022 e il 2030 è prevista una crescita media annua del margine operativo lordo legato all’attività operativa (Ebitda) tra il 6 e l'8% e sarà estesa al 2025 la politica sulla distribuzione di dividendi, che prevede una crescita minima del 2,5%.

Snam potrà cogliere nuove e importanti opportunità di sviluppo nel corso di tutto il prossimo decisivo decennio, nel quale è prevista una forte accelerazione della transizione energetica per raggiungere gli obiettivi “net zero” con investimenti crescenti, in particolare, nelle infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio di energia, oltre che nei progetti lungo tutta la catena del valore dei gas verdi. L’azienda da tempo lavora per riposizionarsi al meglio sulla catena del valore sfruttando il suo potenziale tecnologico.

La fiducia di Alverà

“Grazie alle nostre competenze tecniche, al nostro know-how nei gas verdi e alla nostra capacità di realizzare e gestire progetti complessi – ha dichiarato l’amministratore delegato Marco Alverà, presentando il piano – puntiamo a diventare un'azienda di infrastrutture 'multi-commodity'. Svolgeremo un ruolo centrale in un decennio decisivo per la transizione energetica, con l'obiettivo di cogliere nuove opportunità di sviluppo in Italia e all’estero, facendo leva sul ruolo abilitante delle infrastrutture per raggiungere un’economia a zero emissioni nette”.

Snam – ha aggiunto l’ad – è pronta a cogliere nuove opportunità di sviluppo in Italia e all’estero: “Svolgeremo un ruolo centrale in un decennio decisivo per la transizione energetica, facendo leva sul ruolo abilitante delle infrastrutture per raggiungere un’economia a zero emissioni nette”.

I progetti di Snam per l’idrogeno

A proposito di infrastrutture, la strategia di Snam prevede la realizzazione della prima rete italiana a idrogeno, lunga 2.700 km, da Sud (Mazara del Vallo) a Nord (Passo Gries e Tarvisio) della penisola nell’ottica di una graduale transizione delle infrastrutture già esistenti. L’obiettivo del “repurposing” della rete esistente è rendere l’Italia l’hub mediterraneo per il trasporto di energia verde verso l’Europa e in particolare le aree a maggior consumo, come la Germania. Questo nell’ottica di una strategia volta a posizionare il Paese al centro delle nuove interconnessioni che segneranno l’era della transizione enegetica. L’investimento vale circa 3 miliardi di euro e chiaramente non comporterà nel breve periodo il phase-off del gas naturale dato che, con pragmatismo, Snam, tra i leader europei con 20 miliardi di metri cubi di gas trasportati ogni anno, sa che nei prossimi anni la transizione dovrà difendersi da volatilità di mercato e problemi legati alla domanda coniugandosi con le fonti fossili a sempre minore impatto ambientale.

L’idrogeno è dunque centrale. Stime di Snam del 2019 segnalano che esso potrebbe arrivare quasi un quarto (23%) della domanda nazionale di energia entro il 2050 in uno scenario di decarbonizzazione al 95%. Dunque, per creare un mercato pienamente operativo, oltre a trasportare l’idrogeno, Snam si sta attrezzando anche per stoccarlo. Sono stati definiti “incoraggianti” i risultati dei test condotti con università e centri di ricerca sulla possibilità di stoccare idrogeno in miscela con gas naturale a percentuali significative, fino anche al 100%. Nel trasporto e nello stoccaggio Snam investirà rispettivamente 5,6 miliardi e 1,2 miliardi di euro entro il 2025, mentre 1,3 miliardi saranno destinati a biometano, efficienza energetica e idrogeno.

Asse Snam-De Nora sull’idrogeno verde

Snam sta accelerando lo sviluppo delle tecnologie che abilitano l’idrogeno verde. Questo ha importanti prospettive di sviluppo già nel corso di questo decennio grazie a una riduzione dei costi più rapida delle previsioni verso la soglia di competitività dei 2 dollari al kg (o 50 dollari al MWh), raggiungibile entro il 2026 nelle zone più favorevoli, e al forte supporto istituzionale a livello internazionale. Snam partecipa alla corsa supportando la crescita di De Nora, azienda partecipata che in futuro potrebbe ricevere la spinta a una quotazione borsistica nel 2022 tramite IPO, attraverso la comune realizzazione di una Gigafactory italiana di elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde. Un progetto con pochi eguali in Europa e che unisce alla presenza di Snam nel campo della transizione energetica anche un suo ruolo nel quadro di una sempre più attiva autonomia strategica dei Paesi europei in campo tecnologico. De Nora, gruppo basato a Milano, è già ora un’azienda assai promettente che prevede di chiudere il 2021 con oltre 600 milioni di euro di ricavi, in crescita del 20% circa rispetto al 2020 e sta sviluppando una promettente pipeline di iniziative idrogeno. La collaborazione con De Nora permette a Snam di accrescere ulteriormente la propria capacità di sviluppare nuovi progetti a livello internazionale

Partnership e prospettive

Altri possibili progetti del futuro includono un accordo appena firmato per l’acquisizione di una quota di minoranza nel capitale di dCarbonX, società attiva nelle geoenergie, volto a sviluppare soluzioni di stoccaggio di idrogeno e anidride carbonica in Irlanda e nel Regno Unito. La partnership, che prevede per Snam un percorso che porti all’aumento della propria quota, avrà come primo obiettivo lo sviluppo di tre iniziative di stoccaggio di idrogeno offshore che dCarbonX sta portando avanti in Irlanda insieme alla principale utility integrata ESB. Snam ha inoltre firmato un MoU con Téréga per cooperare in iniziative di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica in Francia. A tal proposito, le società hanno già individuato un progetto (Pycasso) finalizzato a decarbonizzare le industrie del sud della Francia e il nord della Spagna tramite la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica e il “repurposing” degli stoccaggi depletati.

Snam è sempre più sostenibile

Sul fronte della sostenibilità aziendale, Snam vuole coniugare questi piani con un rafforzamento del vaglio del ruolo degli indicatori ESG (Environmment, Social, Governance) nel contesto aziendale. In tema ambientale, ad esempio, è previsto un aumento da 24 mila a 73 mila tonnellate di CO₂ risparmiate da attività di efficienza energetica. Snam ha inoltre innalzato dal 45% al 55% al 2025 (su base anno 2015) il target di riduzione delle emissioni di metano, più ambizioso rispetto a quello (-45%) degli obiettivi UNEP (UN Environment Programme). Dopo essersi impegnata, tra i primi nel proprio settore, a raggiungere le zero emissioni nette di gas a effetto serra (Scope 1 e Scope 2) entro il 2040, Snam si è data dei target al 2030 sulle emissioni indirette Scope 3, principalmente riconducibili a fornitori e partecipate. Con questi obiettivi, Snam diventa la prima azienda di infrastrutture energetiche dell'Unione europea a stabilire dei target di riduzione delle emissioni Scope 3 relativi anche ai propri fornitori. Risultando dunque un fondamentale orientatore del mercato in quest’ottica.

In ambito sociale, è previsto un focus potenziato su dipendenti, supply chain, sicurezza e comunità. Snam ha aggiornato al 2050 la propria "ESG scorecard" su 14 aree, scegliendo indicatori quantitativi. La nuova area aggiunta alla scorecard è quella della finanza sostenibile, per la quale l’azienda si impegna ad aumentare il peso sul totale del finanziamento all’attività d’impresa al 65% nel 2022 e a oltre l’80% nel 2025.

Infine, in ambito di governance l’azienda punta a rafforzare la presenza delle donne in posizioni executive e middle management dal 25% del 2022 al 27% del 2025.

Lo sviluppo che Snam vuole garantire alle sue attività e al sistema-Paese nel suo complesso è dunque a tutto campo, potenzialmente foriero di nuove opportunità di business e di una crescita distribuita a livello di catena del valore, utilità sociale, indicatori di sostenibilità.

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