La delibera regionale che dispone il trasferimento al San Camillo del Centro trapianti di fegato dellIstituto Regina Elena, che fa capo allIfo, non è stata ancora pubblicata, ma già fa discutere. Soprattutto i camici bianchi, che ancora non hanno digerito la novità dellimminente smantellamento di uno dei reparti deccellenza dellistituto. La questione, come già annunciato da il Giornale, è già approdata al Senato, grazie allinteressamento di Cesare Cursi, vicepresidente della commissione Sanità di palazzo Madama, al quale i medici hanno chiesto di farsi portavoce delle loro ragioni. E ora è stata sottoposta anche allattenzione del ministro Livia Turco, che Cursi ha incontrato nei giorni scorsi.
La delibera, oltre allistituzione presso il San Camillo-Forlanini di ununità operativa complessa denominata Chirurgia generale e dei trapianti dorgano, prevede il trasferimento al Regina Elena del reparto di Chirurgia oncologica del San Camillo, primario compreso. E anche questo non è andato a genio ai medici dellIstituto. Oltre un centinaio di loro, così, hanno preso carta e penna e scritto ai vertici dellIfo per opporsi al trasferimento, con le stesse posizioni contrattuali e senza concorso pubblico, dei dirigenti medici del San Camillo. E poi, fanno notare i dottori nel documento, la Divisione di chirurgia digestiva e trapianti di fegato, ha «potenzialità interne in grado di offrire allutenza e alla comunità scientifica un modello clinico sperimentale altamente competitivo». Per questo invitano la dirigenza dellente «ad operare scelte di elevato profilo professionale e scientifico che tengano in debita considerazione anche le professionalità interne. Questo ad evitare illegittimi trasferimenti da realtà sanitarie la cui missione non include la ricerca».
I medici non ritengono valide le motivazioni poste a base della delibera regionale. Non credono che il trasferimento venga effettuato «al fine di conseguire una razionalizzazione ed unorganizzazione di prestazioni assistenziali chirurgiche a favore di pazienti oncologici». Anzi, pensano che il trasferimento vada nella direzione opposta, visto che i dirigenti medici trasferiti andrebbero ad aumentare il numero totale di chirurghi generali dellIstituto, ponendo problemi di sovrannumero rispetto alla disponibilità di posti letto, che il direttore generale ha intenzione di ridurre.
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