«Trasparenza bancaria? Quella norma è uno sfregio»

Penalizza gli onesti e non smaschera gli evasori

«Trasparenza bancaria? Quella norma è uno sfregio»

«Tra le molte norme proposte per combattere l’evasione fiscale ce n’è una, a mio avviso, molto negativa, che se introdotta, resterà come una sfregio sulla faccia di questo governo tecnico». Lo spiega con convinzione Vittorio Emanuele Falsitta, tributarista, professore universitario e ex deputato del Pdl.
A che cosa si riferisce?
«È la norma sulla trasparenza bancaria che, a mio avviso, rappresenta un passo indietro pericoloso in fatto di privacy delle persone e fa cadere quel rapporto di diritto alla riservatezza che, tra banca e cliente, è molto importante».
Secondo Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, si tratta di un importante passo avanti nella lotta all’evasione fiscale.
«Non sono d’accordo, perché così si mettono sullo stesso piano tutti i cittadini: quelli che pagano le tasse e quelli che non le pagano. Viene violata la segretezza di tutti i conti correnti anche senza validi motivi. Già adesso, infatti, l’Agenzia delle entrate può ottenere tutte le informazioni sui conti correnti e, dunque, se vuole fare un accertamento su una determinata persona non ha problemi. In questo caso, invece, tutti vengono messi sullo stesso piano. Si tratta di un passo indietro nella considerazione della persona».
Ma può essere utile per combattere l’evasione.
«Mi pare improbabile che si possano esaminare tutti i dati di un conto corrente e di tutti i correntisti italiani. E poi i grandi evasori, certo, non usano certo i bonifici bancari e i loro conti. Hanno prestanome, società interposte o fanno pagamenti in contanti».
Quindi la norma è iniqua, perché mette tutti sullo stesso piano, ma anche inefficace. E allora che cosa si può fare per combattere l’evasione?
«Il discorso è complesso e delicato ma, comunque, partirei dal concepire il Codice tributario: pochi principi fondamentali che rimangano saldi nel tempo.

Da un lato, limiterebbe lo spazio a quelle interpretazioni che trasformano, con sottigliezze spesso irrilevanti, grandi masse di materia imponibile in legittimo risparmio d’imposta, da un altro lato favorirebbe la fiducia del cittadino e degli investitori stranieri».

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