Trastevere, giro di vite sui circoli culturali

Marcello Viaggio

Giro di vite per i finti locali che operano come associazioni culturali. Potenziamento della vigilanza della polizia municipale. Più mezzi della spazzatura in strada. Queste le principali misure decise ieri dal Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza contro il degrado a Trastevere. «Molti circoli culturali mascherati - ha affermato il prefetto Achille Serra - in realtà sono locali pubblici privi di licenza e quindi devono chiudere». Una battuta d’arresto perentoria, un altolà a cui il Comune ora dovrà dare seguito. Trastevere di sera e di notte si trasforma in fumeria a cielo aperto. Vicolo del Bologna, piazza Trilussa accolgono migliaia di giovani, ovunque un frastuono assordante. Serra ha forse raccolto l’invito de Il Giornale e questa volta ha puntato il dito soprattutto sui circoli culturali privati, aperti senza controlli, dove si può bere fino all’alba. Locali con tanto di licenza comunale in molti casi, ma solo come associazioni culturali riservate ai soci. In realtà esercizi pubblici come gli altri, su cui il Comune ha spesso chiuso gli occhi. Adesso, fa sapere Serra, le forze dell’ordine andranno a controllare proprio loro. Con due pattuglie in più della polizia municipale. Chi è fuori dalle regole, chiude.
«Per quanto riguarda i cani dei punkabbestia - aggiunge il Prefetto - sono risultati tutti vaccinati. Non possiamo vietare a ragazzi, più o meno puliti, di stare in piazza. Abbiamo chiesto, però, loro di non lasciare bottiglie per strada». La Comunità di Sant’Egidio è stata sollecitata a far consumare i pasti ai barboni all’interno della struttura e non in strada. Altre misure per Trastevere riguardano i mezzi Ama: arriveranno i rinforzi per la pulizia delle strade e la raccolta differenziata.
Ma la vera novità sono i controlli che si è deciso di adottare sui finti circoli culturali. Il fenomeno è esploso negli ultimi anni. A fare i numeri, davvero impressionanti, è la Uil-Tucs, la federazione di categoria che riunisce a Roma 12mila dipendenti dei settori turismo, commercio e servizi. «Dentro queste finte associazioni - denuncia il segretario regionale Luigi Scardaone - sorte in tutto il centro storico (Trastevere, Campo de’ Fiori, San Lorenzo) lavorano in nero oltre 20mila persone. Ogni anno apriamo 1.000-2.000 vertenze. Finchè i dipendenti lavorano, stanno zitti. Appena vengono licenziati, denunciano lo sfruttamento». Sono lavapiatti extracomunitari. Italiani che fanno il doppio lavoro come barman, animatori. Anche quando i contratti ci sono, nessuno li rispetta. «Ad esempio - spiega Scardaone - ai baristi non vengono versati i contributi Inps. La gente pur di lavorare accetta tutto, anche di firmare buste-paga false: c’è scritto 1.000, prende 500». Ma sul fatto che questi circoli di culturale e di privato non hanno proprio niente, non dovrebbe vigilare il Comune? «Il compito amministrativo tocca all’assessore al commercio, Gaetano Rizzo - rimarca il capogruppo capitolino di Forza Italia Michele Baldi -. È un suo preciso dovere. Bene il Prefetto, ma ora il Comune deve dare seguito».
Molto critica l’Arca Trastevere, che riunisce commercianti e residenti del rione: «Se un ristorante tradizionale ha una fioriera fuori posto lo multano subito - denuncia il presidente Maurizio Forliti - Questi circoli invece nessuno li controlla: non hanno orari né obblighi. E aprono perché c’è un certo tipo di frequentazione. Con strade degradate, punkabbestia, sporcizia. Io lavoro nel turismo.

Quando i forestieri vengono a Trastevere, 90 su 100 giurano che non ci metteranno più piede. Veltroni deve lanciare un piano di riqualificazione complessivo. Altrimenti il turismo internazionale volterà le spalle a Trastevere».

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