Trastevere, oggi «ciumachella» del degrado

Giro (Fi): «Il Campidoglio rilascia licenze per locali privati che, invece, svolgono attività imprenditoriale, ma esentasse. A Trastevere il fenomeno è vertiginoso. Ma nessuno fa nulla»

Michela Giachetta

La Trastevere da cartolina non esiste più. Quella dove passeggiare tranquillamente nelle sere romane, perdendosi negli innumerevoli vicoli e in cui ritrovarsi a mangiare qualcosa sotto il fresco di un pergolato, senza cattivi odori provenienti da molti angoli. Ora chi si aggira nella zona vicino a piazza Trilussa, ponte Sisto, piazza della Malva trova «atti vandalici, bande di teppisti, schiamazzi e concertini improvvisati, cumuli di sporcizia». Queste le parole utilizzate da commercianti e residenti di Trastevere in una lettera indirizzata al sindaco Veltroni e alle autorità competenti. Una lettera che trova l’appoggio anche di Riccardo Marzi, presidente dell’associazione cittadina Ubi maiores, il quale chiede soprattutto «una presenza maggiore delle forze dell’ordine» e «di garantire i diritti di residenti e commercianti». Sono tutti, si legge nel documento, «sinceramente preoccupati per l’intensificarsi di alcuni fenomeni di deterioramento delle attività commerciali e sociali del quartiere, che negli ultimi anni hanno assunto forme preoccupanti di degrado». Ieri mattina molti di loro si aggiravano per quelle via parlando gli uni con gli altri del peggioramento della situazione. «L’altra sera ho dovuto sedare tre risse - racconta Oliviero Marchetti, proprietario dell’Antica osteria Ponte Sisto che si affaccia proprio su piazza Trilussa -. Non faccio più il ristoratore, nella pratica faccio il guardiano, per tutelare i miei clienti». In quella zona ora è emergenza. Siamo al «fai da te», in mancanza di interventi istituzionali. Alle 11 di mattina, alcuni dipendenti dell’Osteria stanno pulendo i muri di fianco ai quali si trovano i tavolini con acido muriatico e acqua. «È l’unico modo per disinfettare e togliere il cattivo odore che lasciano i punkabbestia e tutti quelli che vivacchiano in zona». Nello stesso momento due punkabbestia, che hanno evidentemente dormito sopra la scalinata della piazza, si stanno svegliando. Altri tre, sul lato destro della piazza, sotto lo sguardo di Trilussa, armeggiano con cuccioli di cane e con vestiti tirati fuori da una valigia appoggiata dietro il monumento del poeta. «La notte qui accade di tutto - continua Marchetti -. Fumano eroina, fanno i loro bisogni corporali ovunque, tanto è vero che i muri il mattino successivo sono ancora umidi. Si arrampicano anche sulle macchine per lasciare le loro firme». Oggi Trastevere ha scritte di vario tipo fino al primo piano delle case, davanti a molte abitazioni sono stati messi dei paletti per evitare il parcheggio selvaggio e riuscire così a entrare, bottiglie vuote lasciate dappertutto.
E con la chiusura al traffico, dalle 21 alle 3 il venerdì e il sabato e dalle 6.30 alle 10 tutti i giorni esclusa la domenica, non si è risolto nulla. «Anzi, la situazione è peggiorata - dichiara Marchetti -. Oggi qui vengono soprattutto ragazzi, per bere e fumare, perché difficilmente il signore cinquantenne si muove senza macchina. E non ci sono più vigili in strada a fare quanto meno da deterrente». Oggi c’è addirittura chi deve pagare un punkabbestia, per pulire tutto quello che resta della notte. «Lascio 5 euro a uno di quei ragazzi in modo d’avere la via pulita», spiega Ciro Luongo, sessantunenne, residente a Trastevere da sempre. Lo stesso fa Marchetti, che aggiunge: «E pensare che pago anche l’Ama, 1.400 euro l’anno. Ma questi sono i risultati». Gli esercenti tirano fuori i soldi anche per la tassa di Occupazione di suolo pubblico (Osp). «È raddoppiata rispetto allo scorso anno, quando pagavamo 102,32 euro al metro quadro - aggiunge il proprietario dell’Antica osteria -. Oggi la tassa è di euro 205,33 al metro quadro. Noi paghiamo, ma il Comune in cambio non ci garantisce nulla». E allora si è costretti al fai da te.

«Si prega il vicinato (se ci tiene alla pulizia dove risiede) di collaborare e di vigilare almeno nel pressi del proprio numero civico», si legge su un cartello attaccato a una finestra in vicolo Moroni. Questa l’immagine di Trastevere di oggi. Se se ne cercano altre, bisogna rivolgersi a chi vende cartoline.

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