Si tratta nella notte sul clima rispetto all'insoddisfazione italiana - alcuni comparti rischiano una penalizzazione pesante - e all'irrigidimento polacco dopo che Gran Bretagna e Germania hanno fatto sparire un «fondo di solidarietà» che sarebbe dovuto andare ai Paesi dell'Est per compensarli della necessaria trasformazione delle vecchie centrali a carbone.
È complessa - come ci si attendeva - la trattativa nel summit tra capi di Stato e di governo. Le multe ai Paesi inquinatori fanno discutere, così come gli aiuti di Stato perorati dalla Francia - ieri ne ha parlato il premier Fillon - nei confronti di Bruxelles.
Con tutta probabilità un mega compromesso oggi scioglierà i nodi, ma di fatto si crea un rinvio dato che la commissione è invitata a rifare i suoi conti alla fine del 2009, quando sarà più chiaro cosa faranno in tema ecologico Usa, Russia e le economie in via di sviluppo. Mentre restano tese le posizioni anche sulla via d'uscita dalla crisi: il vecchio asse franco-tedesco pare alle corde, e tra Londra e Berlino aumenta il contenzioso dopo che Brown, in replica alle accuse del ministro delle Finanze tedesco Steinbruck di voler allargare il deficit, ha detto che le sue parole altro non erano «che un elemento di politiche interne della Germania».
«Non diamo spettacolo di divisione» ha esortato in avvio Sarkozy. Pochi per ora lo sono stati ad ascoltare. Praga ha già fatto sapere di non volersi opporre alla pretesa irlandese - in cambio del nuovo referendum sulla Costituzione - di avere sempre un suo commissario. Ma di pretendere lo stesso trattamento.
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