Tre anni, sola. E lotta disperata per la vita

Viareggio. Difficile che sopravviva, quasi impossibile. Ha ustioni sul novanta per cento del corpicino martoriato, profonde e crudeli, e shock emodinamico. A metà pomeriggio di ieri l’avevano già data per morta: non ce l’ha fatta, annunciavano le agenzie di stampa, la situazione del resto era disperata. Invece no, non era così, poche ore dopo è arrivata la smentita: la bimba lotta ancora, la speranza, almeno per ora, non è morta. Il quadro clinico comunque, spiegano al Bambin Gesù di Roma, continua ad essere critico, la piccola è in rianimazione. Scuotono la testa in ospedale, solo un miracolo potrà tirarla fuori di lì e non si sa in che condizioni, se dovesse farcela, potrà vivere. Non ha nome quella bambina trasferita in elicottero d’urgenza nella notte a Roma. È sbucata dalla notte, avvolta in una coperta, nemmeno si sa chi l’ha tirata fuori da quella palla di fuoco che non finiva mai di bruciare. Non si sa chi è, nè da dove arrivi. Si sa solo che è straniera e che ha appena tre anni. Non c’è nessuno accanto a lei, è sola, senza mamma, senza parenti, sola, così piccina a lottare per la vita, per uscire dal fuoco che ancora la abita. Una lotta struggente e disperata.

Nell’ultimo bollettino diffuso il nosocomio pediatrico definiva «gravissime» le condizioni della bambina. Sono tutti con lei, in ospedale, sono loro adesso la sua famiglia. Difficile che sopravviva, quasi impossibile. Ma c’è sempre una luce in ogni buio.

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