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Tre sberle di SuperCavani mettono a nudo la Signora

Canta Napoli, piange la Juventus. Il San Paolo impazzisce di gioia, la Signora è al tappeto: 3-0 per i partenopei, tripletta di Cavani e secondo posto in classifica a meno quattro dal Milan e a più cinque dagli stessi bianconeri e dal Palermo. Sorride persino Mazzarri, uno che trova sempre il pelo nell’uovo pur di non dirsi soddisfatto. Invece, quando El Matador la butta dentro al 9' della ripresa, anche lui non può fare a meno di allargare il sorriso e di pensare che è fatta: il Napoli viaggia che è un piacere verso la Champions con una squadra a dir poco operaia, mentre la Juve boccheggia. La Signora si era presentata al San Paolo dopo il ko casalingo contro il Parma etichettato da tutti «come frutto di una giornata storta» dopo diciotto risultati utili consecutivi: come non detto, invece. La solidità di squadra che era stata faticosamente raggiunta prima di Natale pare sfarinata: il centrocampo non regge più l'urto di nessuno e ha ceduto prima di fronte a Candreva e Morrone e poi al cospetto di Gargano e Pazienza. La difesa, adesso che Chiellini sta tirando il fiato, è tornata a imbarcare acqua come nei peggiori momenti: gli esterni sono impresentabili e a poco è servito cambiare Sorensen e Grosso con Grygera e Traorè. Quanto all'attacco, ieri Delneri si è affidato dal primo minuto alle due torri: la soluzione potrebbe anche funzionare, se però poi non ci si limitasse a buttare la palla avanti sperando in colpi di testa e poco altro. Mazzarri ha insomma stravinto il duello tra allenatori e adesso vede rosa: la qualificazione in Champions è più che mai alla portata, l'Europa League tutta da giocare e, a parte il Milan, non ci sono altre squadre italiane messe meglio. Quanto alla Juve, che può solo recriminare sull’annullamento del gol di Toni che avrebbe portato la partita in parità, probabile che Marotta chieda adesso ad Agnelli il via libera per almeno un paio di acquisti pesanti: senza quelli, con l’Inter in ascesa, la qualificazione alla prossima Champions potrebbe diventare utopia.

Un’eventualità che a Torino non vogliono neppure prendere in considerazione.

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