Trecentomila i lombardi alle urne per scegliere anche il segretario regionale del Pd. A Milano le liste della sinistra radicale raggiungono quelle di Ds e Margherita Primarie, nel caos Martina straccia Sarfatti Netta la vittoria del «veltroniano» che in

Walter Veltroni perde consensi rispetto alle medie nazionali. Va forte invece Rosy Bindi

Votate la lista «Con Veltroni» o la lista «Per Veltroni»? La domanda in politichese puro è difficile, per non dire impossibile. E così quasi un elettore su dieci in Lombardia non ha capito nulla delle primarie del Pd e per paura di sbagliare ha messo la croce sul «Con» e anche sul «Per». Risultato: ha vinto il caos, secondo le prime proiezioni tra l’8 e il 10 per cento delle schede nazionali per Walter Veltroni sono state annullate. Il sindaco di Roma si è fermato al 70 per cento. E un dato significativo è che a Milano le liste della sinistra radicale hanno raggiunto quelle di Ds e Margherita, in un testa a testa tra le due anime del Pd. Gli elettori del Partito democratico dovevano scegliere anche il segretario regionale e la vittoria del veltroniano Maurizio Martina sul bindiano Riccardo Sarfatti è stata netta. Il neo segretario Martina sfida subito la sinistra: «Spingeremo al massimo sul pedale dell’innovazione. Non sono disponibile a fare un semplice taglia e incolla».
Hanno votato per il Pd centotrentamila elettori di Milano e provincia e trecentomila lombardi. Un’affluenza alta, anche se inferiore a quella delle primarie per Romano Prodi (che da solo aveva ricevuto 170mila voti). Secondo i primi dati, Veltroni viaggia intorno al 70 per cento delle preferenze a Milano, con una percentuale leggermente più alta in provincia, dove sarebbe intorno al 73 (in ogni caso sotto la media nazionale). La sorpresa milanese è Rosy Bindi che, sospinta dal voto d’opinione e dai salotti della finanza cattolica, è volata al 20-21 per cento a Milano, con risultati particolarmente buoni nei collegi del centro (e tra il 18 e il 20 per cento in provincia). Deludenti i risultati di Enrico Letta, che avrebbe circa il 9% di preferenze in provincia e il 10% a Milano. Nonostante l’ala sinistra di Comunione e liberazione abbia deciso di concentrare i propri voti su Letta, la distanza tra il sottosegretario di Romano Prodi e la pasionaria del Pd è molto più alta che nel resto d’Italia, dove la Bindi è in media al 13 per cento contro l’11 di Letta.
Tra gli altri numeri (ancora provvisori), quelli che riguardano lo scontro tra le due liste nazionali «Per Veltroni» e «Con Veltroni», che hanno causato tanta confusione tra gli elettori del Pd. A Milano le due liste sarebbero vicinissime, intorno al 34%, con uno scarto tra l’una e l’altra dell’1%. Risultati choccanti per le segreterie dei partiti, perché significano che in città la sinistra radicale ha raggiunto gli aspiranti riformisti di Ds e Margherita. E alla fine i «Con» di Milly Moratti e Cgil (ovvero la sinistra ambientalista e sindacalista) valgono quasi come i «Per», cioè di Ds e Margherita, Barbara Pollastrini e Linda Lanzillotta.
Buono il risultato di Filippo Penati, candidato nel popolare collegio di Quarto Oggiaro, dove la lista dei partiti ha quasi doppiato la sinistra radicale. Più favorevoli ai partiti anche i dati della provincia, dove la prima lista (ovvero quella di Ds e Margherita) avrebbe circa il 43% delle preferenze contro il 30% della lista di sinistra «Con Veltroni». Il presidente della Provincia commenta la confusione causata tra gli elettori: «I cittadini non sbagliano mai. Anche il doppio voto dato a Veltroni era per paura che non arrivasse la preferenza per Veltroni.

Infatti nelle liste per la segreteria regionale è andata in un altro modo...». Dove era in corsa Maurizio Martina, la lista «Per Veltroni e Martina» ha stravinto, la lista di sinistra «Con Martina» ha preso meno voti. È mancato l’effetto trascinamento di Veltroni.

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